A Ginevra, in Svizzera, apre il salone dell’automobile.
Tra tutte le grandi aziende automobilistiche europee, americane e asiatiche, è presente solo Renault, circondata da agguerriti cinesi.
A Ginevra, in Italia, il N.1 di Fiat presenta il programma dei nuovi modelli per gli anni a venire, solo e soletto in una brulla e grigia pianura padana al volante di una Panda! Mai vista una cosa del genere. Mentre sui contenuti parla di un concetto già espresso: quella della world car, inseguita un po' da tutti negli anni novanta e in Fiat che si era tradotta con il progetto Palio.
I due mattatori di Ginevra sono il N.1 Di Renault Luca di Meo e il N.1 Fiat Olivier Francois, entrambi uomini di marketing. Il primo per il lancio della 5 ha messo un porta baguette tra i 2 sedili anteriori per far andare in delirio i francesi e fare il verso agli oramai onnipresenti portabicchieri voluti dagli americani; e per essere il più inclusivo possibile, propone anche tantissimi livelli di personalizzazione, compresa la leva del cambio a forma di rossetto. Il secondo evita il Salone Svizzero ma grazie a un piccolo paese in provincia di Brescia gli strizza l’occhio da lontano, per presentare idee e far sempre parlare di sé. Mah!
Stiamo in Svizzera.
Renault affonda sulla mobilità elettrica, quando tutti oramai dall’acceleratore sono passati al pedale del freno (è notizia recente che anche Audi ha cambiato i programmi) grazie alla nuova 5 full elettric e alla Scenic sempre full elettric che ha vinto il premio Car of the Year Europe.
Subito raccontiamo che la Renault 5 elettrica appena presentata conquista il cuore per la linea esterna e anche per gli interni ma non la ragione per l’ingegneria, il sistema di ricarica e le prestazioni. In poche parole le manca sostanza. La nuova 5 può essere ordinata con una batteria da 40 kWh che sconsigliamo assolutamente o con una più adeguata da 52 kWh appenda adeguata. Nella prima versione il motore elettrico è da 95 cavalli, nella seconda più potente da 150 cavalli. Attenzione che l’auto essendo pesante come tutte le elettriche abbisogna di più potenza rispetto a una termica, quindi i 95 cavalli sono proprio tanto pochi. Ma comunque non è tanto per la potenza che la bocciamo ma per il fatto che ha un sistema di ricarica non prestazionale, non andando oltre gli 80 kW e solo in CA, la versione con batteria da 40 kWh. La 5 con batteria più generosa raggiunge invece i 100 kW, ancora pochi ma almeno un po’ più adeguati per non stare troppo fermi e potersi muovere anche su tratte superiori ai 150 km. Per quanto riguarda le dimensioni sono giuste, né troppo grande ma nemmeno troppo piccina: 392 centimetri di lunghezza, 1,77 metri di larghezza ma essendo elettrica pesa tanto, tra i 1350 kg e i 1450 kg, richiedendo così tanta energia per muoversi. Attenzione che la cabina è stretta, la larghezza si deve anche ai passaruota sporgenti, belli da vedere ma rischiosi quando ci si muove in spazi ristretti. Il bagagliaio da 326 litri è piccino, più di quello di molte rivali con motore a benzina e anche questo è indicatore chiaro che l’ingegneria di Renault poteva fare di più. Come anche nelle prestazioni velocistiche, perché l’elettrica più potente oltre i 150 km/h non va e con 150 cavalli è un valore davvero ridicolo. Per quanto riguarda il prezzo, non ancora ufficializzato, dovrebbe essere prossimo ai 25 mila euro. Mica pochi, soprattutto considerando il prezzo della rivale Citroen C3 100 elettrica e che quel prezzo è per la versione base che obbliga ad avere una seconda vettura se si vuole usarla fuori dai percorsi urbani. La 5 è insomma una vera occasione sprecata per come è oggi, in quanto l’auto è molto accattivante ma nell’utilizzo obbligherà a sacrifici. In più il sistema di navigazione si poggia ancora su Google che come informazioni utili e veritiere non è un riferimento. Anzi. Come abbiamo potuto constatare in più prove: segnala colonnine di alberghi a cui non si riesce ad accedere sempre; colonnine di concessionarie che non sono per tutti; colonnine in aree privati non accessibili; colonnine che non ci sono o non funzionano… Se Renault vuole che tutti si vada elettrici deve impegnarsi di più sul fornire sistemi utili per i consumatori, non affidandosi a terzi.
Ancora da Ginevra, Svizzera, Renault incassa il premio Car of the Year con la Scenic nuova generazione 100% elettrica. La Scenic in vendita con prezzi compresi tra i 40.050 euro e i 50.450 euro, ricordiamo può essere scelta con due differenti pacchi batteria da 60 kWh o da 87 kWh per un’autonomia dichiarata che varia tra i 430 e i 625 km. Ricordiamo anche che non è più monovolume compatta ma crossover generosa essendo lunga ben 437 centimetri. La versione con batteria piccola può essere ricaricata fino a 130 kW di potenza, quella invece con batteria più generosa fino a 150 kW. Valori ancora una volta di non riferimento rispetto alle vetture elettriche migliori che superano i 200 kW e quindi hanno tempi di ricarica molto più brevi anche grazie agli 800V. E attenzione che con 60 kWh di batteria, d’inverno e se si usa in autostrada a 130 km/h difficilmente si avranno più di 270 chilometri di autonomia con una singola carica. Quindi un’altra auto con tante limitazioni d’uso, un prezzo elevato e una tecnologia non solo di riferimento ma nemmeno all’altezza dei migliori che sono sul mercato anche da tre anni. Ma è stata premiata.
In Svizzera come si è detto, ci sono anche molti cinesi. La regina per potenziali volumi e interessa è la MG3 Hybrid+. Lunga 411 centimetri, larga ben 180, è una segmento B grande (Yaris, Polo, 208…Ypsilon) ma attenzione ha un bagagliaio considerando l’ingombro esterno non da primato: 293 litri, più piccolo di quello della Renault Clio che è più corta di 6 centimetri! E attenzione anche al peso di questa vettura: 1285 kg a vuoto, troppi. Già con questi due indicatori, vien da dire che i cinesi si presentano a Ginevra con un prodotto non all’altezza. Ma poi sotto il cofano dicono che ci sono due motori: un benzina noto 1.6 da 102 cavalli e uno elettrico da 136 cavalli. E allora si studia la pratica MG3 Hybrid+ più nel dettaglio. Il cambio è un automatico a 3 rapporti, la batteria è da 1,83 kWh: è una full hybrid che non impressiona e le prestazioni lo confermano: 170 km/h di velocità massima; 8 secondi da 0 a 100 km/h e un consumo medio di 4,4 litri ogni 100 chilometri con emissioni di 100 g/km. Il prezzo? Da 20 mila euro, ma questa è automobile da evitare come la peste e che porta a dire che i cinesi quando escono dal seminato ne hanno ancora tanta ma proprio tanta di strada da fare. E poi come linea, con quel muso cascante...
A Ginevra, frazione di Castenedolo, in provincia di Brescia, l'amministratore delegato del marchio, Olivier Francois, annuncia le novità che arriveranno sul mercato fino al 2027. Il primo nuovo prodotto, ispirato al concept della City Car, sarà rivelato l'11 luglio prossimo, poi arriverà un pick up, una “MegaPandona”… che tristezza. Si proprio che tristezza. Perché Francois orgoglioso parla di un solo pianale per quattro modelli con tante idee e italianità… Bla, bla, bla. Ma dove è la Fiat che aveva fatto negli anni trenta un'auto mitica come la 1500 a sei cilindri, la Fiat che ha dato la libertà con la geniale 500 e 600 ma anche quella della 128 e 127 che è servita a Volkswagen per pensare la Golf. Ma anche quella Fiat che ha permesso a 6 persone di viaggiare su un'auto lunga meno di 4 metri, quella Fiat che aveva la Uno Energy Saving... quella Fiat che aveva idee innovative vere e non giocava su colori e gadget??
Una volta al salone di Ginevra si contava anche più di 100 novità. Venivano presentate innovazioni: scocche in leghe leggere, motori ad alta pressione sempre più perfomanti, prestazioni sia come tenuta di strada sia come velocità e accelerazione sempre migliori, consumi ed emissioni sempre più contenute. Ora di tutto ciò nemmeno l’ombra. Solo tanti bla, bla, bla; tanti remake e alla fine prodotti che non vien voglia di comprare. Anche perché costano sempre più dando sempre di meno. La Renault 5 non è auto per tutti e per fare tutto. Il marketing tamto fumo e poco arrosto è servito. A noi consumatori decidere se ci va bene oppure no.
Insomma, da Ginevra solo tristezze e guardando la locandina che recita “future is now” vien da dire “past is better”.