Si chiama Leapmotor C10. Misura 474 cm in lunghezza e 190 cm in larghezza. Più o meno come la Skoda Kodiaq. Rispetto alla Ceca, la Leapomotor C10 è 2 cm più corta ma 4 cm più larga e attenzione: il bagagliaio della Leapmotor è sensibilmente più piccolo, 400 litri contro i 910 della Skoda. Il prezzo? La Skoda parte da 41.900 euro, la cinese Leapmotors da 37.400 euro. Differenza contenuta se si sceglie la Skoda benzina ibrida mild che pesa 1590 kg, più sostanziosa diventa la differenza se si confronta con la Diesel Skoda da 193 cavalli che parte da 50 mila euro ma è tutta un’altra macchina: va di più, consuma meno…impatta meno. Rispetto a tutte le cinesi provate fino ad ora della stessa categoria, la Leapmotors C10, che pesa ben 1950 kg, è quella più confortevole sia come sospensioni sia come acustica. Leapmotors è vicina al Gruppo Stellantis e dicono che abbia potuto appoggiarsi per lo sviluppo delle sospensioni alle competenze di ingegneri di brand europei di Stellantis. Non si stenta a crederci, perché il risultato è davvero stupefacente.
Sia le piccole asperità sia quella più importanti vengono filtrate benissimo. E anche c’è poco scuotimento. Insomma come assetto è davvero ok. E piace fin quando si va con andatura rilassata. Molto rilassata. Sotto la carrozzeria, dalla linea piacevole, ha un motore termico a quattro cilindri di 1,5 litri che funge da generatore per dare energia a un pacco batteria che serve poi un motore elettrico da 215 cavalli. La batteria da 28,4 kWh si può anche ricaricare attraverso una presa di corrente, perché è plug in. In estrema sintesi l’auto si muove solo con il motore elettrico e se la batteria si esaurisce, o la si ricarica con la presa o interviene il motore termico che produce solo energia elettrica. Un sistema complesso e pesante noto con il nome range extender, già visto su diverse vetture, dalla Opel Ampera alla Chevrolet Volt. Una tecnologia che Audi ha anche sperimentato e portato alla vittoria alla Dakar.
Una soluzione che permette di dire che è un’auto elettrica, che piace all’Europa Green. Sulla carta è una soluzione tecnica dai buoni numeri, sulla strada… con batteria carica e pieno di benzina dicono che si possano percorre circa 900 chilometri. Noi non siamo andati oltre i 650 chilometri. Senza tra l’altro esagerare. Quindi abbiamo consumato per 650 chilometri 50 litri di benzina e 28 kW di energia elettrica. Facendo i conti della serva non siamo andati oltre i 13 km/l e bisogna anche conteggiare 28 kW di ulteriore energia bruciata per coprire la distanza dei 650 chilometri. Non sono risultati che fanno gridare al miracolo, anzi. Con un buon diesel oggi si viaggia attorno ai 16 km/l. E attenzione, sempre con un buon diesel c’è anche da considerare che non c’è consumo elettrico! E i 28 kWh ricordatevi che pochi non sono perché è il consumo di una famiglia italiana per 4 giorni! Quindi attenzione a queste soluzione tecniche a più motori, batterie e prese di corrente.
Infine aggiungiamo che la Leapmotors C10 sulla carta dichiara 215 cavalli, una accelerazione da 0 a 100 in 8,5 secondi e una velocità di punta di 170 km/h ma sempre con un Skoda Diesel Karoq da 193 cavalli si fanno 220 km/h, si accelera da 0 a 100 km/h 7,8 secondi… insomma è tutta un’altra storia e vita. Anche perché con la Karoq con un pieno si fanno 900 chilometri e la si può anche avere con una trazione integrale. La Leapmotors pertanto pur essendo sulla carta più potente è meno efficiente e veloce. Ma anche meno capace. I numeri dicono che non è una lepre. E quando la batteria si scarica diventa letargica. Inoltre se si guida in modo un po’ sprintoso emergono anche dei limiti legati ai freni, troppo sensibili; all’inserimento in curva per lo sterzo poco comunicativo… La si consiglia? No, perché sul mercato c’è di meglio. Ad esempio anche una Peugeot 3008 che è più compatta ma capace per rimanere nel Gruppo Stellantis, e costa poco di più, 3 mila euro. Per questo la Leapmotors C10 è disapproved. Ultima nota: sulla Leapmotors C10 c’è una telecamera interna che monitora chi guida, per verificare attenzione ed eventuale stanchezza. Non convince. Per aprire l’auto si ha una carta da passare sullo specchietto esterno, scomodo. Poi va posta all’interno e basta agire sul cambio e i pedali per avviarsi, manca un pulsante di avviamento e spegnimento. Disorienta. L’impianto di illuminazione interno è valido meno quello dell’illuminazione esterna. Lo specchietto retrovisore si muove troppo a scatti e non è immediato regolarlo. Il vano motore con l’1.5 è ordinato e ben assemblato. Buona la qualità della carrozzeria. Meno quella dell’abitacolo a livello di materiali.