L’ultimo discorso della legislatura 2019-2024 della presidente della Commissione europea
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13 settembre 2023

scoprire oggi tutto quello che si diceva da anni

L'Europa scopre oggi la potenza dell'industria automobilistica cinese​. Siamo ben messi. 

L’ultimo discorso della legislatura 2019-2024 della presidente della Commissione europea a Strasburgo lascia davvero senza parole. Il motivo è semplicissimo: ha annunciato oggi, mercoledì 13 settembre, l'apertura di una indagine anti-dumping sulle importazioni di auto elettriche cinesi e arriva a fronte del crescente interesse che stanno generando in Europa. 

“I mercati globali sono invasi da auto elettriche cinesi  particolarmente economiche”, ha detto davanti al Parlamento europeo la von der Leyen, proseguendo: “Il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali. Questa tendenza provoca distorsioni di mercato. Oggi voglio annunciare che la Commissione europea sta avviando un’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Europa è aperta alla concorrenza; non a una corsa al ribasso”.

Le sue parole stridono con gli incentivi che anche l’Europa ha messo sul piatto per le auto elettriche (Norvegia e non solo in primis) ma soprattutto fanno male perché denotano ancora una volta una scarsa lungimiranza e conoscenza. E forse non è un caso che ha chiesto appoggio a Mario Draghi per preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. 

Sull’automobile come oramai anche i sassi sanno, le scelte tecniche richiedono almeno sette anni di visione e da almeno vent’anni è risaputo che la Cina non potendo competere sui motori termici aveva ripiegato su quelli elettrici. Impegnandosi tra l’altro sul reperimento delle materie per farli funzionare con le batterie. I cinesi non sono in Africa e America centrale da pochi anni! 

Sentire oggi che bisogna insistere sulla transizione ma anche preparare nuovi dossier strategici è più che imbarazzante, anche perché significa perdere altro
tempo che nel settore dell’industria automobilistica significa altra zavorra.
Inoltre sia mai che passi l’idea dei balzelli per difendere la nostra industria perché dal passato abbiamo imparato che protezionismo significa crisi quando va bene. Ricordiamo le cadute agli inferi di Peugeot e Renault quando si cercava di limitare l’avanzata giapponese che poi venne aggirata con le fabbriche cacciavite anglo giapponesi e risultati uguali avvennero anche negli USA nello stesso periodo, sempre per arginare i giapponesi. Non parliamo poi della lotta fratricida in Italia tra Fiat e Alfa Romeo ma anche Lancia.

In tutto questo non bisogna nemmeno sottovalutare che l’auto elettrica sia negli USA sia in UE fatica a diffondersi per le paure dei consumatori sulla loro reale efficienza ma anche per i prezzi e le prestazioni. Negli USA è notizia recente che il veicolo più venduto per anni sul mercato subisca una accelerazione sulla catena cinematica ibrida perché quella elettrica 100% fatica a imporsi. E anche in Europa si sta assistendo a un ritorno delle termiche, ben più accattivanti per il consumatore rispetto alle elettriche. 

Tra gennaio e giugno le immatricolazioni di elettriche sono state 703.856, il 53,8% in più dello stesso periodo del 2022. Un risultato apparentemente strabiliante ma attenzione che in Europa di automobili se ne vendono circa 15 milioni l’anno e quindi sono ancora una goccia, che tra l’altro si ripete gode di forti incentivi.
Sempre in questi giorni poi vi sono nuovi studi sull’impatto ambientale delle auto elettriche che riportano dati poco confortanti a causa degli elevati consumi per la loro produzione. 

Dire cosa succederà è missione davvero complessa anche perché abbiamo una contrazione economica pesante che ricadrà sui costi dei debiti e limiterà quindi gli investimenti. L'industria dell'auto in Europa sulla tecnologia legata all'elettrificazione pura è molto indietro. Qualcosa si inizia a muovere, le ultime proposte di Mercedes lasciano ben sperare, ma CATL sulle batterie sposta già l'asticella ipotizzando durate maggiori, anche il doppio, e super potenza di ricarica. Due fattori che valgono davvero oro.  

Pensare quindi oggi di potersi imporre sulla mobilità elettrica per l’Europa appare davvero una missione assai difficile tanto che verrebbe davvero da ripensarla, magari con una più intelligente soluzione bizantina di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, per distribuire le forti botte che arriveranno. In poche parole, riconoscendo che per determinati utilizzo c’è una tecnologia superiore e per altri dell’altra ma lasciando al cittadino la massima libertà di scelta e smettendo di spingere in una sola direzione a colpi di incentivi per l'acquisto (sconti), uso (facilitazioni per parcheggi, ingresso gratuiti in area a limitazione di traffico, bollo...). Così facendo non si sbaglierebbe e l’orizzonte da cupo potrebbe mostrarsi più sereno. 

PS1 IL COMMISSARIO EUROPEO PER GLI AFFARI INTERNI, LA SVEDESE YLVA JOHANSSON, LAVORA A MAGLIA MENTRE VON DER LEYEN PRONUNCIA IL SUO ULTIMO DISCORSO SULLO STATO DELL'UNIONE. PROPRIO BEN MESSI SIAMO.


PS2 AMBURGO REVOCA IL DIVIETO DELLA CIRCOLAZIONE DELLA AUTO DIESEL PIU' DATATE! Alla fine di maggio 2018 la metropoli nel nord della Germania è stata la prima città tedesca a introdurre un divieto di circolazione su alcune strade per le auto diesel più vecchie, Quasi cinque anni e mezzo dopo, le autorità ambientali e interne della città di Amburgo hanno revocato il divieto. "Le limitazioni alla circolazione dei diesel introdotte nel 2018 su Max-Brauer-Allee e Stresemannstrasse non sono più necessarie per rispettare i valori limite e saranno revocate", si legge in una nota ufficiale.

PS3 Attenzione che le parole della von der Leyen da una parte fanno felice l'industria francese dall'altra creano non pochi problemi a quella tedesca che è fortemente esposta in Cina. Anche in questo caso viene dimostrata non solo scarsa conoscenza tecnica del settore ma anche scarissima capacità strategica. Perchè la Cina risponderà sicuramente e se lo farà in modo duro la pagheranno produttori e fornitori europei*.

*Dall'ANSA di oggi 14 settembre: 
Le indagini pianificate dall'Unione europea contro i produttori cinesi di veicoli elettrici sono in realtà misure "per proteggere la propria industria in nome della 'concorrenza leale'". Lo si legge in una nota del ministero del Commercio di Pechino, secondo cui la mossa di Bruxelles, annunciata ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, "è un puro atto protezionistico che interromperà e distorcerà gravemente la catena globale dell'industria automobilistica e della fornitura e avrà un impatto negativo sui legami economici e commerciali tra Cina e Ue"

 

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