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19 giugno 2021

12 cilindri che passione

Ferruccio Lamborghini fondò la sua azienda automobilistica con una sola certezza: fare un'auto con un V12. Perchè allora solo questo frazionamento dava tanti cavalli, una spinta inebriante con un suono dannatamente coinvolgente e perchè voleva anche "rompere le uova" a Ferrari che sul dodici cilindri era "reuccio assoluto". La prima Lamborghini, la 350 GT presentata nel 1963, quindi ebbe subito il suo bel motore a 12 cilindri da 3,5 litri sviluppato internamente da Giotto Bizzarrini (ex Ferrari, guarda caso). Montato con un angolo di 60° e associato a un doppio albero a camme in testa, erogava 320 CV. L'auto andava bene, era più comoda che sportiva ma servi a partire.

Lamborghini V12

La disposizione meccanica, comune all'epoca, prevedeva il motore in posiziona anteriore secondo il caro concetto anche a Enzo Ferrari che "i buoi tirano il carro" e non come gli inglesi e i tedeschi che già mettevano il motore dietro. Tuttavia, le prestazioni si vedono nelle competizioni e in Lamborghini era ormai chiaro che più il motore si spostava verso il centro della vettura, migliore sarebbe stata la distribuzione del peso. Nacque così la Miura (1966), la prima Lamborghini a motore posteriore trasversale. Con 370 CV, un'accelerazione da 0 a 100 km in 6,7 secondi e una velocità massima di 285 km/h, questo modello era l'auto di serie più veloce al momento del lancio ma ci voleva un coraggio da leoni per portarla oltre i 240 perché aveva avantreno che si alleggeriva come una piuma. Inoltre la "strana" disposizione trasversale del motore era un bene per il design non per la dinamica. Quindi la sostituta della Miura, la Countach del 1974 passò al motore longitudinale. Con il suo design audace la Countach scrisse una nuova pagina nel linguaggio progettuale delle supersportive Lamborghini e non solo, con una velocità massima di 300 km/h. Se la Miura era l'auto di star e starlette la Countach non si dimentichi mai che per tutti gli anni settanta e ottanta era l'auto prediletta dai piedi pesanti e addirittura è stata la berlinetta più gettonata dai piloti di F.1 dell'epoca. Dopo aver sperimentato tutte le possibilità di posizionamento del motore e aver identificato le soluzioni migliori, la ricerca di prestazioni sempre più sofisticate non si è fermata e ha iniziato a esplorare altre strade. Con il propulsore V12 da 5,7 litri e 485 CV, la Diablo (1990) riafferma la posizione del motore LP ma offre, per la prima volta, un sistema di trazione integrale, un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e una velocità massima di 320 km/h. Arrivo poi la Murcielago con lo scotto della posizione molto alta del v12. L'ultimo capitolo del V12 inizia nel 2011, con il lancio della Aventador e del suo nuovo e straordinario V12 da 6,5 litri. 700 CV, accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi e una velocità massima di 350 km/h. A oggi, il propulsore della SVJ include non meno di quattro varianti di motore ed è in grado di erogare 770 CV e 720 NM di coppia a 8.500 giri. Quota da vero urlo.