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12 febbraio 2019

Renault-Nissan

E’ un momento difficile per Renault-Nissan. L’alleanza mostra sinistri scricchiolii perché sta emergendo una sfiducia crescente tra le due parti. Non solo perché è una alleanza molto sbilanciata in quanto Nissan possiede solo il 15% di Renault mentre Renault detiene il 44% di Nissan, con diritto di voto ma, soprattutto, perché sembra che i due management, giapponese e francese, siano ai ferri corti con uno scambio di informazioni ridottissimo che, in questo momento di grandi cambiamenti tecnici, non giova assolutamente alla salute del gruppo. A distanza di vent’anni dalla nascita, l’alleanza Renault-Nissan vive il suo momento peggiore, tra l'altro, con chi l’ha voluta e creata, Carlos Ghosn, detenuto in carcere in Giappone dallo scorso novembre.

Renault Nissan

L’uomo dai tre passaporti, il manager portato sugli allori e finito nella polvere, dapprima in Giappone, ma oggi anche in Francia, perché accusato di essersi approfittato della sua posizione, persino, sembrerebbe per essersi fatto pagare dall'azienda il suo matrimonio! Ma al di là di ciò c’è anche da non sottovalutare che Renault vale attorno ai 30 mld mentre Nissan il 20% in più e porta più profitto, contribuendo così ad irritare i giapponesi, che si vedono comandati e diretti da chi vale meno e contribuisce in minor modo agli utili del gruppo. C’è da ricordare inoltre che tre anni fa nell’alleanza è stata inserita Mitsubishi Motors Corp, dopo che la compagnia, sempre giapponese, entrò in crisi accusata di aver falsificato dati non trascurabili. Mitsubishi andrebbe ulteriormente integrata nell'alleanza ma, secondo i giapponesi, non a favore dei francesi. In questo quadro, inoltre, gioca un ruolo importante lo stato francese, che detiene una quota, il 15%, rilevante di Renault, tanto da imporre suoi uomini. Come Senard, nuovo presidente di Renault, gran diplomatico, un uomo di dialogo ma sicuramente non avrà vita facile con Saikawa, numero 1 di Nissan, che poco stimava Ghosn. Insomma l’alleanza Renault Nissan oggi vende qualcosa come oltre 10 milioni di veicoli e se la gioca con gli altri due maggiori player del settore, Volkswagen e Toyota, ma forse stava meglio quando stava peggio, all’inizio degli anni duemila quando era meno forte ma c’era più passione e la volontà di crescere...insieme. La partita che stanno giocando tutte le parti è di quelle cruciali con risultati per nulla scontati e per questo va seguita con mirata attenzione anche perchè per alcuni è l'ennesimo braccio di ferro tra industria dell'auto europea e asiatica con i venti di tempesta che soffiano per via della Brexit e che qualcuno vorrebbe sfruttare per far spostare la produzione in Giappone o in Francia.