L'industria dell'auto è sotto pressione
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9 ottobre 2018

cosa sta schiacciando l'industria dell'auto

E’ stretta in una morsa l’industria dell’automobile.
La UE ha imposti limiti di emissioni co2 troppo stretti.
Dal 2020 tutti i Costruttori dovranno avere una gamma di modelli con emissioni medie di CO2 comprese entro il limite dei 95 g/km.
Chi non sarà dentro questa soglia pagherà per ogni macchina venduta una multa pari a 95 euro moltiplicati per i g/km di CO2 di sforamento. Giusto per comprendere al meglio si ricorda che un gruppo come Volkswagen potrebbe trovarsi a spendere più di un miliardo!
Ma la comunità europea in questa sua follia ha deciso di dare crediti e spingere sulla mobilità elettrica facendo fare da bilancino perché non emette al suo passaggio alcunché e quindi abbassa la media.
Ecco perché tutti stanno inserendo modelli elettrici, puri o plug in.
Il punto infatti era ed è questo: o si pagano multe anche di 1 miliardo o si spende questo miliardo nel produrre modelli che i politici hanno deciso essere a zero emissioni. Che non lo sono perchè le auto elettriche necessitano di energia che non è mai a zero emissioni per muoverle viste le potenze di cui necessitano che non sono quelle di un telefonino!
A guidare tutti i nuovi prodotti in arrivo sul mercato plug in si scopre che consumano più dei modelli convenzionali solo diesel! Quindi oltre alla beffa c’è anche il danno perché le emissioni di co2 con le plug in sono decisamente più alte non sulla carta ma sulla strada.
E’ come dire faccio pulizia ma metto tutta la sporcizia sotto il tappeto.
Alla fine il risultato che sembra sempre più profilarsi all’orizzonte di queste decisione è che tutti ci perdono. I consumatori che hanno auto più costose e meno risparmiose, l’ambiente che vede salire la co2, le Case automobilistiche che avranno bilanci con conti economici quando va bene con molti meno utili.
In più non va trascurato che la tecnologia legata all’elettrificazione molto dipende da tecnologie che in Europa non sono un pilastro, le batterie, a meno che non si investe nel Vecchio Continente e non si trovi una soluzione come il common rail per i motori a gasolio. 

 

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