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7 dicembre 2022

mobilità elettrica: + riflessioni - esaltazioni

Sulle strade svizzere circolano sempre più veicoli elettrici. Non c’è da stupirsi, visto che la Svizzera vanta una delle reti di stazioni di ricarica pubbliche per auto elettriche più capillare d’Europa.
 
Recentemente in Svizzera il Consiglio Federale ha pubblicato un documento consultivo e non dispositivo per contrastare una eventuale penuria di energia elettrica.
 
Da questo documento si propone di limitare a 100 km/h la velocità sulle autostrade per contenere i consumi delle auto elettriche. Sempre nel documento emerge anche che in caso di penuria persistente di energia si può limitare l’uso privato delle auto elettriche al minimo indispensabile, rimarrà lecito l’uso per spostamenti assolutamente necessari come la spesa, le visite mediche e l’esercizio della propria professione.
 
Questo documento ha scatenato molti commenti facendo emergere ancora una volta l’esistenza di due tifoserie: i pro e i contro l’auto elettrica.
 
In Italia in queste ore il Ministro Salvini scende in campo andando in pressing sulle decisioni della Commissione Europea riguardo la decisione di fermare le auto a motore termico entro il 2035 a favore di quelle elettriche.
Di fatto anch’egli dando fiato alle due tifoserie.
 
In questo momento molte Case automobilistiche europee hanno già preso decisioni importanti e altrettante Case automobilistiche orientali hanno fatto altrettanto, spostandosi totalmente sulla mobilità elettrica. (Jaguar, Audi, DS...)
 
Mettersi continuamente a dare un colpo al cerchio e uno alla botte porterà sempre più fuori strada tutto e tutti.
 
La politica che dovrebbe essere arbitro, fissando chiare regole, continua solo a…giocare.
 
Oggi vediamo nuove auto elettriche fortemente energivore con batterie anche da oltre 100 kWh ma nessuno entra bene in partita considerando cosa ciò significhi non solo come impatto sui consumi di energia ma anche sulla distribuzione. In una intervista a La Repubblica il Ministro Urso ha anticipato la possibilità di agevolazioni per tutto il 2023 per la costruzione di colonnine private. Ebbene, anche su questo tema la politica non entra nel merito dando delle regole. Pensate solo a un condominio con 50 garage occupati da auto elettriche tutte in ricarica che almeno in una notte possono arrivare ad assorbire qualcosa come 3000 kWh: al di là degli incentivi per realizzare la rete di ricarica non ci vorrebbe anche una regolamentazione?
 
E cosa pensare delle stazioni di rifornimento autostradale considerando che oggi mediamente ci sono 12 pompe che in 5 minuti permettono il rifornimento  quando con le elettriche se ne dovrebbero trovare almeno 60 di colonnine?
 
Tornando ancora poi ai veicoli non sarebbe anche il caso di fissare incentivi in base alla tipologia favorendo quelli meno energivori lavorando o sul peso e le dimensioni o meglio sui consumi di energia, fissando dei target tra l’altro validi per tutte le tipologie, così da essere davvero neutrali sulla tecnologia?
 
Oggi sarebbe arrivato anche il momento di dire a chiare lettere, una volta per tutte, che oggi non c’è tecnologia vincente per qualsiasi uso! 
 
In Italia per anni l’automobile e gli automobilisti sono stati guardati e trattati come mucche da mungere. Non c’è stata attenzione sul settore che oggi come numeri produttivi (siamo sotto il mezzo milione) è caduta agli inferi ma anche come vendite (meno di 1,5 milioni). Negli ultimi anni abbiamo avuto un Primo Ministro (Monti) che ha distrutto un settore ma anche impoverito gli italiani con le sue scellerate scelte che hanno portato forti svalutazioni di molti modelli che poi sono andati all’estero, trasferendo importanti capitali; vediamo che le normative antinquinamento vengono usate dai comuni per dire chi può circolare e chi no, anch’esse distruggendo valore (lo scorso novembre ennesimo risultato negativo del mercato del’usato, -8,3%).
 
Ora più che mai è importante non essere di parte ma decidere cosa fare, documentandosi e fissando regole chiare e serie per tutti, per non trovarsi non solo tutti perdenti ma anche con il rischio di limitazioni alla mobilità.  
 
In queste ore Tesla ha consegnato a Pepsi il suo primo camion elettrico con nuove batterie, presentate al Battery Day 2020. Si dice che i nuovi moduli delle batterie immagazzinino cinque volte più energia ma non si capisce quanto volume occupino e soprattutto quanta autonomia e durata in più assicurino. Tesla sulle batterie non è mai trasparente. Prima di raccontare il suo rapporto con Panasonic ci ha messo anni.
I camion elettrici devono essere caricati utilizzando megacharger raffreddati a liquido chiamati "Tesla V4 DC Superchargers". A tale scopo, la casa automobilistica ha sviluppato una spina di ricarica chiamata MCS Connector (MCS: Megawatt Charging Solution). Ciò dovrebbe consentire di canalizzare un megawatt di elettricità attraverso un cavo di dimensioni normali, che contiene anche canali per il refrigerante.
Per potersi ricaricare così velocemente, il veicolo deve essere in grado di assorbire tanta energia in breve tempo. Affinché il Semi abbia successo, ha un'architettura da 1.000 volt, come ha rivelato Tesla durante l'evento di consegna. Tuttavia, non è chiaro se si tratti di un valore medio o di picco o se il valore si applichi solo al sistema di batterie o anche agli inverter e ai motori.
Come si può capire gli interrogativi sono tanti. E non c’è dato storico su cui poter far riflessioni.
Se questa tecnologia sarà vincente significherà che molti sistemi di ricarica diverranno obsoleti e andranno buttati.
E’ davvero il momento di riflettere per bene.

 

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