Perchè aumentano i prezzi delle automobili
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5 maggio 2021

cara auto quanto mi costi

Sempre più automobilisti si lamentano che le automobili hanno prezzi d’acquisto sempre più elevati.

E come dargli torto? Negli ultimi cinque anni, i listini di molti costruttori sono letteralmente schizzati verso vette impensabili.

Giusto per entrare nel merito: una Volkswagen Polo nel 2016 si poteva acquistare a partire da 12.650 euro, oggi ce ne vogliono 17.950! Situazione simile anche per Toyota: nel 2016 il listino della Yaris partiva da 11.950 euro, ora da 17.700 euro. Ed è stata premiata come auto dell’anno!

I motivi di questi aumenti sono dovuti a tanti fattori. Dall’aumento delle materie prime all’incremento della dotazione ma anche dalle scelte di alcuni manager che aumentano i listini per avere più guadagni. E c’è chi arriva ad ipotizzare anche una sorta di cartello.   

Sull’aumento delle materie prime, negli scorsi anni, erano stati i fornitori a dare l’allarme: spia infallibile era la durata dei contratti di fornitura che si erano improvvisamente accorciati da 10 anni fino, in qualche caso, a 6 mesi.

Ma già nel 2008, secondo Carl-Peter Fortster, presidente di General Motors Europe il costo dell’acciaio per l’industria automobilistica era aumentato del 12,5% solo nel 2007 e Sergio Marchionne affermava: “Stiamo sudando sangue per trovare un modo di bilanciare questi incrementi e non aumentare il costo dei nostri prodotti”.

La questione dell’acciaio nel 2008 era spinosa perché l’industria, alla ricerca di scocche sempre più resistenti, ma sempre più leggere per ridurre i consumi di carburante, stava aumentando l’utilizzo di acciai speciali più costosi. E anche il costo dell’alluminio non lasciava dormire sonni tranquilli, per non parlare del platino e del palladio, ovvero i due metalli nobili indispensabili per i catalizzatori, che avevano visto i prezzi schizzare a valori mai raggiunti prima. Tanto che per cercare di uscire da questo vortici che stava affondando i guadagni di molti costruttori, il N.1 di allora della Volkswagen cercò di aumentare la produzione per avere così un potere d’acquisto maggiore rispetto agli altri con il fine di ottenere prezzi migliori. E ci riuscì.

Oggi si sta ripetendo con il caro materie prime quello che era successo prima della grande crisi americana del 2008; ma in più c’è anche il tema dell’elettrificazione che ha la sua pesante responsabilità.

Se si analizzano i listini delle automobili di segmento B del 2016 e del 2020, molti modelli sono passati da un prezzo d’acquisto di 12 mila euro a ben 17 mila euro. E molte Case automobilistiche hanno tolto dalla vendita le vetture più economiche da 10 mila euro. Questo deve far riflettere con attenzione perché riduce pure l’accessibilità alla mobilità individuale e se questa tendenza non si arresterà la forbice del divario sociale si amplierà lasciando pericolose lame esposte ai più deboli.

L’UE con le scelte di spingere la mobilità elettrica di non certo non aiuta, anzi. E molti costruttori si stanno evolvendo in fornitori di mobilità, nel senso di offrire soluzioni per far muovere le persone non quindi più solo con prodotti esclusivi per il singolo. In questo passaggio molto importante il rischio di perdere la libertà assoluta di circolazione è dietro l’angolo ma pochissimi sembrano cogliere questo aspetto che viene venduto come un sogno ma ha tutto invece per concretizzarsi in un incubo per i più.

Oggi sicuramente ci vorrebbe più attenzione da parte di tutti sulle scelte da farsi a partire anche da noi consumatori. Premiando i prodotti anche in base all’aumento del costo. Insomma imparando a ben valutare il prodotto e non scegliendolo per il brand o le forme della carrozzeria. Facendo così anche capire che si promuovono ma anche bocciano le scelte dei manager che una volta stavano molto più attenti ai costi dei loro prodotti mentre oggi sembra proprio che i più vivano solo per il bene del loro portafogli.
PS Nel segmento B che è uno dei più importanti come volumi, la Peugeot 208 viene proposta oggi a partire da 15.708 euro; nel 2016 a 12.300 euro. L’aumento è stato sì importante ma non incomprensibile come quello di altri prodotti.

 

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