Industria auto primo semestre 2022 Stellantis Renauot Volkswagen
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29 luglio 2022

utili da record: VW, Stellantis e Renault fanno il botto

Arrivano i numeri finanziari del primo semestre 2022 dei grandi Gruppi automobilistici.
 
E come avevamo annunciato, ancora un anno fa, tutti son contenti perché guadagnano di più producendo di meno.
 
Volkswagen: fatturato stabile a 132,3 miliardi di euro ma utili in crescita.
 
Stellantis: ricavi netti per 88 miliardi di euro e utile da record di 8 miliiardi, + 34% rispetto allo scorso anno.

Renault: forte generazione di free cash-flow, 956 milioni di euro, e significativo miglioramento della redditività: 4,7% di margine operativo.

A leggere i freddi numeri viene da dire che va tutto gran bene.

A drizzare le orecchie si sente che nelle aziende comanda oramai solo la finanza e questa sta tagliando tutto e per questo salgono i guadagni.
Ma bisogna anche non dimenticare che molti guadagni si sono ottenuti grazie a prodotti più costosi e con più margine: in poche parole automobili per pochi e non per i più.

Tutti i grandi Gruppi poi parlano sempre più di trasformazione, basta produttori di auto ma fornitori di mobilità.
Cosa ciò significhi è presto detto: più assemblatori e più servizi. Il concetto caro a Enzo Ferrari di farsi tutto in casa è andato in soffitta.

Gli azionisti ringraziano ma bisogna prestare ben attenzione a quanto stanno depauperando le aziende e anche quanto ciò costerà alla società perché tutti nessuno escluso dei sopracitati ha aumentato i prezzi, ridotto l’offerta di veicoli popolari e quindi di fatto limiterà la mobilità come l’abbiamo conosciuta tutti per più cinquant’anni.

Il passaggio poi all’elettrificazione amplificherà ancor più il tutto con il rischio reale e concreto che si spalanchino le porte a nuovi attori che troveranno campo libero.

Come avevamo già scritto è poi pazzesco che questa industria sia stata incentivata con soldi pubblici con la scusa del calo vendite, gridando che era in difficoltà mentre poi presenta conti economici da record.

Oggi per gli azionisti si chiude un semestre con il sorriso ma attenzione che sarà amaro a breve, e non solo per loro. Perché tagliando, riducendo i prodotti, vendendo meno e trasformando i veicoli da pezzi di alta ingegneria a scatole dove conta più il software che l’hardware il rischio di sparire in men che non si dica è tutt’altro che remoto. Come insegna il caso Kodak ma anche Nokia.

Oggi i Gruppi automobilistici viaggiano con l’energia che avevano messo nei serbatoi i grandi del manager del passato, ma ora sta per finire e quando dovranno rifare il pieno il rischio che tutto vada a rotoli è quasi certezza. Come si è appena visto nel Gruppo Volkswagen, dove è stato cambiato il N.1, Herbert Diess dall’oggi al domani. Ma anche nel Gruppo Stellantis soffiano venti sinistri: il Ceo Tavares ha abbandonato la Cina per firmare accordi con Taiwan per batterie e microchip, tenendo gran poco in considerazione i rapporti tra i due, rischiando quindi di cadere dalla padella direttamente sulla brace. A Tavares perché nessuno chiede il perché non fa investimenti in Europa o negli Usa, noto tra l’altro che il Governo americano ha servito sul piatto decine di miliardi per i chip e che Tavares e Stellantis hanno in pancia il terzo Gruppo automobilistico (Chrysler, Jeep, Dodge, Ram…) a Stelle e Strisce???

Su Renault invece è tempo di bonaccia e solo quando il suo Ceo Luca de Meo chiarirà bene il prossimo autunno come vorrà posizionare l’unica Casa automobilistica europea a partecipazione statale (per il momento) si vedrà se prenderà almeno un po’ di vento in poppa, soprattutto con il delicatissimo passaggio di voler creare due eccellenze separate nel settore dei veicoli con motori termici e in quello elettrici.


Da un punto di vista azionario si ricorda che un azione di Renault il 29 luglio del 2021 valeva 32 euro, oggi è a 28,74 euro; 16,19 euro Stellantis ora è a 13,92 euro; Volkswagen era a 207 oggi è a 137, 30.

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