Blume Nuovo Ceo Volkswagen
A proposito di...
A proposito di...
24 luglio 2022

cambio al vertice VW: arriva Blume, l'ultima cartuccia

Cambio al vertice di Volkswagen, esce Diess entra Blume.

E c’è chi pensa sia l’ultima munizione del Gruppo tedesco, in piena crisi d’identità ma anche finanziaria dovuta sia al dieselgate sia a investimenti legati all’elettrificazione sbagliati ma anche a una visione sui prodotti perdente. Nel 2021 il Gruppo Volkswagen ha consegnato 8.882.000 auto in tutto il mondo, con un calo del 4,5% rispetto ai 9.305.000 veicoli immatricolati nel 2020.  Nel 2019 il Gruppo Volkswagen aveva venduto 10.974.600 veicoli. Il gruppo tedesco aveva venduto 10.413.455 veicoli nel 2017, il 3,9% in più rispetto all'anno precedente, aumentando il vantaggio nei confronti della Toyota (10.163.491, contando anche Lexus, Daihatsu e Hino).

 
Diess, ex BMW, esce di scena in malo modo lasciando un’azienda non certo in salute.

Blume, tutta una carriera nel Gruppo, iniziata in Audi, non avrà vita facile anche perché si troverà molti uomini di Diess nei punti chiave e si preannunciano quindi defenestramenti copiosi.
 
Per Blume sarà una corsa ad ostacoli perché tante mine sono state disseminate da Diess e non solo. A Blume il compito di mettere il Gruppo in sicurezza ma c'è anche chi sostiene possa ridisegnarlo completamente. 

Fonti a conoscenza della questione hanno affermato che le famiglie Porsche e Piech dopo lunghissime discussioni (troppo tirate in lungo perché son troppi e da quando è mancato Ferdinand Piech sono senza timoniere), che possiedono oltre la metà dei diritti di voto e una partecipazione del 31,4% in Volkswagen, hanno finalmente dato semaforo verde affinché avvenisse il passaggio e sempre queste fonti sostengono che si sia aspettato davvero troppo perché Diess ne ha combinate peggio di Bertoldo. E per questo Blume potrebbe fare anche spezzatini ma c'è la questione su chi possa comprare cosa.
 
Diess lascerà il suo ruolo il 1 settembre, tre anni prima della scadenza del suo contratto nel 2025. 
 
Oliver Blume, nel Gruppo VW dal 1994 e presidente del consiglio di amministrazione di Porsche dal 2015, manterrà la sua posizione in Porsche insieme alle sue nuove responsabilità e sembra anche in caso di quotazione di Porsche la cui discesa in borsa servirà per recuperare quei capitali necessari al Gruppo a realizzare anche le nuove fabbriche dedicate alla mobilità elettrica la cui prima dovrebbe iniziare la produzione nel 2026. Ma oltre al tema mobilità elettrica Blume dovrà occuparsi subito delle catene di approvvigionamento e tutto l’high tech che ha messo in forte difficoltà l’azienda oltre a ridisegnare una gamma prodotto degna di tale nome ma anche siti produttivi e personale necessario. 
 
Il tema dell’IPO di Porsche ha come scoglio le cattive condizioni di mercato che porterebbero a una quotazione di alcuni miliardi in meno di quanto inizialmente si sperava e anche questo è un bel tema. 

Diess è entrato in Volkswagen nel 2015, ha cambiato molto l’azienda mettendola addirittura a confronto con la piccola Tesla e elogiando Musk. Ha sbagliato prodotti e ragionato sempre come fosse al comando non del Gruppo N.1 al mondo del settore automotive ma come un’aspirante rivale di Tesla. Una vera follia. Ha destato molto scalpore vedere il N.1 di un Gruppo da 10 milioni di auto elogiare chi non arrivava a 500 mila.
 
Blume crede anch’esso nell’elettrificazione tanto che ha deciso di fare la prossima Porsche Macan solo elettrica. E’ stato a stretto contatto con la politica e non si è certo battuto come un leone affinché rimanessero le auto termiche. Anzi. Bisognerà vedere come ora opererà anche in Audi dove siede l’amico di Diess e dove in questi ultimi anni non ha contribuito a far crescere i Quattro Anelli, anzi. C'è poi Skoda ma anche tutto il comporto lusso, a partire da Bentley e Automobili Lamborghini oltre a Ducati.
 
Di sicuro Blume è l’ultima arma. Se sarà spuntata c’è già chi immagina una divisione con possibile ingresso dello Stato per salvare il salvabile. E sarebbe davvero incredibile per come in sette anni siano riusciti a mettere al tappeto un colosso che era la mobilità con la M maiuscola. Ma attenzione, non è solo colpa di Diess e di chi li ha dato carta bianca. Personaggi che gliela hanno data perché invidiosi e desiderosi di riscatto nei confronti di quanto aveva fatto di grandioso Ferdinand Piech. Mancato il Grande, chi è rimasto si è perso in piccole battaglie che ora stanno per far perdere la guerra. A Blume l’ultimo colpo.

Lascia un commento: