Massimo Di Silvestre, BMW Italia
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18 maggio 2020

cosa non si potrà rinunciare lo dice Di Silvestre di BMW

Nel 2019 il Bayerische Motoren Werke (fabbrica bavarese di motoriGroup ha venduto oltre 2,5 milioni di automobili e oltre 175.000 motocicli in tutto il mondo, con un organico di poco superiore ai 126 mila dipendenti. Numeri importanti per chi non vende prodotti normali ma speciali, Mini e Rolls Royce in primis. Numeri che hanno permesso per la prima volta nella storia del Gruppo tedesco di superare i 100 miliardi di fatturato, esattamente 104,210. 
Il successo di BMW Group poggia su solide basi ma il suo vero punto di forza è sempre stato, ed è ancora oggi, dare valore al core business in senso assoluto, cioé puntare tutto sulle qualità del prodotto. Auto o moto che sia. 

BMW Group è presente nel nostro Paese da oltre 50 anni e vanta oggi 4 società che danno lavoro a oltre 1.100 collaboratori. Nel Bel Paese il Gruppo tedesco lo scorso anno ha venduto più di 58 mila BMW e più di 21 mila Mini, con le quattro ruote e giusto per dare un significato ai numeri tiene sempre una grande distanza con Audi. La filiale italiana è uno dei sei mercati principali a livello mondiale per la vendita di auto e moto di BMW Group e la poltrona più importante è occupata da un italiano, Massimiliano Di Silvestre.

Massimiliano Di Silvestre è un quarantottenne, sposato con due figli, che ha avuto il suo primo incarico in BMW nel 2001. Nel Gruppo bavarese ha ricoperto molti incarichi, da Regional Director della Divisione vendite della filiale italiana, ad Amministratore Delegato di BMW Roma, ma anche Country Manager Rolls-Royce Motor Cars e, negli ultimi due anni Managing Director BMW Group Hungary. Un camaleonte del mercato che non a caso ha laurea in Economia e Commercio all’Università di Bologna. Cultore di cinema e fervente runner, altro suo tratto distintivo è l’eleganza, non solo nell’aspetto ma, soprattutto, per l’estrema attenzione all’uso delle parole e per la fierezza dei modi, tanto da essere soprannominato “il diplomatico”. Con Lui non si può che partire dal mercato, dalle Sue aspettative e dalla curiosità di conoscere cosa dirà riguardo ai "mancati" incentivi al settore auto dell’ultima manovra di Governo. 
Prima di partire con questa lunga intervista, un brevissimo inciso su cosa ci ha più colpito di Di SIlvestre: la sua decisa messa in evidenza dell'importanza dei valori umani che Covid-19 ha messo in serio pericolo, come tutti ben sappiamo. Una piacevole ma anche inaspettata sorpresa, perché in questi tempi di isolamento in cui l'espressione "smart working" è sugli allori per i più, non bisogna sottovalutare che essa rappresenta, comunque, un surrogato dei rapporti umani, e l'osservazione del Presidente di BMW deve far riflettere, perché ricorda il rischio di cosa si stia perdendo tra i fondamentali valori della nostra vita. E poi, detto tra di noi, le due e quattro ruote sono generatori di passione, non solo semplici mezzi di trasporto, che bisogna assolutamente difendere, anche perché nella battaglia contro l’attuale nemico comune tornano ad essere il nostro reale valore aggiunto.



Cosa si aspetta dal mercato da qui a fine anno, per privati, partite Iva e aziende e anche riguardo al noleggio? Sia come mercato in generale ma anche per quanto riguarda il settore premium dove voi siete attori protagonisti?
"Dopo un buon 2019 e un inizio promettente nei primi due mesi del 2020 il mercato ha subito un brusco stop da cui non sarà facile riprendersi. Le stime per quest’anno per il mercato italiano ci riportano ai volumi di qualche decina di anni fa, azzerando lo sviluppo che probabilmente nel 2020 ci avrebbe fatto risalire per la prima volta a un livello più alto dalla crisi del 2008. In questo momento non è neppure facile stimare l’intensità e la durata con la quale l’attuale crisi peserà sul mercato, cosa che dipende anche dai correttivi che auspicabilmente saranno messi in campo dalle istituzioni (anche se nella manovra appena varata non è stato previsto nulla per il settore) come chiesto da più parti per supportare un comparto che, in Italia come in Europa, rappresenta un settore cruciale per l’economia. In questo scenario è molto difficile darsi obiettivi in termini assoluti, ma vogliamo fortemente puntare ad una leadership sostenibile nel segmento premium per il nostro gruppo, con le vetture a marchio BMW e MINI."
Le fabbriche sono state ferme ma non sembra un problema perché lo stock non è poco per la maggior parte dei costruttori. Per voi?
"Le nostre fabbriche si sono fermate e stanno affrontando la riapertura, seguendo un approccio cauto e un processo strutturato in varie fasi, in risposta ai cambiamenti della domanda nei mercati. Per questo abbiamo deciso il riavvio della produzione con un solo turno, per incrementarlo via via in seguito, tenendo costantemente sotto controllo il livello delle scorte. Il nostro sistema produttivo è improntato alla massima flessibilità, in termini di architetture, modelli e allestimenti. Alla riapertura del mercato ci presentiamo con un programma commerciale che abbiamo studiato nel dettaglio e condiviso con la nostra rete. Partiamo carichi e con una grande voglia di ricominciare."
I contadini dicevano: “ci sono stagioni buone e stagioni cattive, in quelle buone bisogna far provviste per superare i momenti difficili”. In Italia BMW come si è comportata a riguardo? BMW Italia come tutela i suoi clienti in caso la rete entri in sofferenza?
"Nella situazione di crisi è stato importante “fare squadra” insieme alla Rete dei nostri Concessionari. Siamo stati capaci di reagire immediatamente. BMW Italia ha deciso interventi straordinari a supporto della liquidità della Rete e ha proposto fin da subito una strategia chiara, orientata con decisione alla digitalizzazione dei processi per restare in contatto con i nostri clienti, anche se a distanza di sicurezza, preparandosi alla ripresa con iniziative innovative e un approccio moderno e tecnologico. Dal canto suo la Rete BMW, BMW Motorrad e MINI si è dimostrata aperta al dialogo, al confronto e al lavoro comune per preparare il terreno per la ripartenza e ha accettato la sfida del digitale con spirito di innovazione e coraggio imprenditoriale. Ha avviato la declinazione locale di diverse iniziative tese a rafforzare e gestire la relazione con i Clienti a distanza e soprattutto continuando a garantire l’assistenza ai Clienti e ai numerosi auto e moto in uso a forze dell’ordine e personale medico e paramedico, fedele al claim “Noi ci siamo. Anche a distanza di sicurezza” che abbiamo scelto come aperura della campagna di comunicazione #InsiemePerRipartire fin dai primi giorni della crisi."
La mobilità elettrica ha il suo maggiore tallone d’Achille nei costi elevati. Crede che pagherà “pegno” in un momento come questo? Oggi a un suo amico che percorre 20 mila chilometri l’anno e che usa l’auto tutti i giorni per andare in ufficio e per il week end con un budget di spesa di 40 mila euro cosa consiglierebbe? E a uno che percorre 40 mila chilometri l’anno e ha un budget da 50 mila euro?
"Crediamo che la via verso la mobilità elettrica sia tracciata e contiamo di tenere fede al nostro impegno di elettrificazione della gamma, che ci vede protagonisti nel mondo con oltre 500.000 vetture elettrificate a marchio BMW e MINI già circolanti sulle strade e la prospettiva di raddoppiare questo numero in un lasso di tempo di un paio d’anni. Allo stesso tempo siamo convinti che la risposta alle esigenze di mobilità non possa essere univoca, per le caratteristiche eterogenee sia dei nostri clienti che delle situazioni (penso ad esempio all’infrastruttura di ricarica) che si trovano sul territorio. Noi puntiamo sul “power of choice”, che significa mettere a disposizione dei nostri clienti vetture che rappresentano lo stato dell’arte in tema di mobilità sostenibile, a prescindere dal tipo di propulsione adottata. Motori termici benzina e diesel Euro 6 estremamente efficienti e a basse emissioni, plug-in hybrid, propulsioni puramente elettriche alimentate a batteria e nel prossimo futuro anche con la tecnologia fuel cell a idrogeno. Le proposte 100% elettriche disponibili in questo momento, la BMW i3 e la MINI Cooper SE, sono la soluzione ideale per la mobilità di tipo urbano. Con i prossimi modelli in arrivo, BMW iX3 (entro la fine del 2020), i4 e iNEXT (nel 2021) amplieremo l’offerta ai segmenti superiori, offrendo autonomie di oltre 400 km e un maggiore spazio a bordo e di carico. In questo momento, una soluzione ideale per un profilo di cliente che vuole fare commuting urbano a zero emissioni e affrontare percorrenze maggiori nel weekend è un modello della gamma BMW e MINI motorizzato ibrido plug-in. Con autonomie in modalità puramente elettrica fino a 80 km queste vetture in città possono essere guidate con la sola spinta del motore elettrico. Quando dobbiamo affrontare un viaggio più lungo – ad esempio il classico fine settimana fuori porta – al propulsore elettrico si aggiunge quello termico e l’autonomia non è più un pensiero. A seconda del budget e delle esigenze personali o familiari possiamo offrire un ampio ventaglio di modelli ibridi plug-in, spaziando dalla funzionalità della BMW Serie 2 Active Tourer 225xe, alla versatilità di un SAV di diverse dimensioni (sia X1 che X3 e X5 sono disponibili con motorizzazione plug-in, ma anche la MINI Countryman) o della coniugazione di sportività ed eleganza più classica per il nostro brand BMW: la Serie 3 (Berlina o Touring)."
C’è chi sostiene che gli incentivi siano un booster momentaneo che poi presenta il conto ma c’è anche chi sostiene che in questo momento non ci sia altra alternativa. Lei cosa ne pensa veramente?
"Gli incentivi servirebbero a stimolare la domanda nel breve termine e insieme ad altre misure potrebbero produrre un effetto positivo sull’economia del Paese nel momento della ripresa. Non dimentichiamo che un calo così importante del mercato delle auto si traduce automaticamente in un danno consistente per l’erario. Se poi vogliamo che gli incentivi abbiano un valore anche a livello strutturale sarebbe bene scegliere di indirizzare gli incentivi sulle vetture che contribuiscono alla transizione verso una maggiore sostenibilità di quello che ad oggi è il parco circolante più vecchio, più inquinante e meno sicuro d’Europa. E quindi dobbiamo considerare elettrici, ibridi ed  anche Euro 6 benzina e diesel ad elevata efficienza, come i nostri."
C’è chi ipotizza che il mondo di ieri non sarà più replicabile. E che in questo periodo siano sbocciate esigenze diverse rispetto a prima. Che idee ha a riguardo?
"Sono anche io tra coloro che sono convinti che per molti aspetti non si tornerà più alla realtà a cui eravamo abituati. Accanto a misure che potremo accantonare una volta risolta l’emergenza sanitaria, ci sono altri comportamenti che, oltre a rispondere alle esigenze dettate dal contenimento della pandemia, si sono dimostrati efficaci e vantaggiosi nel rispondere ai bisogni dei clienti. Penso ad esempio alla digitalizzazione e ai processi di acquisto. Durante il lockdown abbiamo sperimentato in tutti i settori – dal commercio all’istruzione o all’intrattenimento – le possibilità offerte dagli strumenti digitali per restare in contatto con i nostri interessi e con le persone a noi care. La propensione a fare un acquisto online, anche di un bene durevole come un’auto o una moto, è certamente in forte ascesa e ha ottime possibilità di diventare una prassi comune, magari senza rimpiazzare in toto l’esperienza reale ma favorendo un approccio autenticamente omnicanale, in cui il cliente “rimbalza” tra fisico e digitale continuamente durante il suo “customer journey”, stabilendo così un nuovo modo di lavorare a livello retail. Mi lasci dire però che a due cose non possiamo rinunciare e devono ritornare al più presto: il contatto umano (che ci è mancato moltissimo in queste settimane) e l’emozione di provare un’automobile o una motocicletta."
BMW cosa ha in rampa di lancio sia come azioni concrete sia sui nuovi prodotti per i prossimi mesi?
"Il Gruppo BMW ha confermato il proprio impegno nello sviluppo delle nuove tecnologie fondamentali per il futuro della mobilità, con un investimento da qui al 2025 di oltre 30 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, per consolidare la nostra posizione di leader dell'innovazione. Si tratta di una forte presa di posizione che testimonia la nostra fiducia per il futuro sviluppo del business. Anche il piano previsto per il lancio dei nuovi modelli non è stato modificato. In particolare prosegue il percorso di elettrificazione della gamma. Il 2020 segna il debutto di numerose varianti plug-in hybrid in modo da offrire almeno una motorizzazione ibrida “alla spina” in ogni segmento: dalla X1 fino alla Serie 7, passando per la Serie 3 (sia Berlina che Touring) c’è la risposta ad ogni esigenza di quei clienti che vogliono guidare a zero emissioni in ambito urbano senza rinunciare alla massima flessibilità, sapendo di poter affrontare percorrenze di qualsiasi lunghezza. Sul fronte dei modelli con propulsione puramente elettrica ha da poco fatto il suo ingresso nel mercato la MINI Full Electric, primo modello 100% elettrico del brand britannico. Entro la fine dell’anno lanceremo la BMW iX3 e l’anno prossimo la BMW i4 e la BMW iNEXT. Oltre a quelli già annunciati, ne seguiranno altri per arrivare ad un totale di 25 modelli elettrificati entro il 2023, un traguardo che raggiungeremo in anticipo di due anni rispetto a quanto inizialmente previsto. Dal punto di vista tattico, abbiamo strutturato un piano di offerte commerciali molto interessanti che siamo confidenti possa incontrare l’interesse del pubblico in questa fase di riapertura del mercato."
Ci racconta la Sua opinione sullo smart working? Cosa ne pensava, cosa ne pensa e quale futuro ritiene potrà avere?
"Nelle settimane di lockdown, grazie allo smartworking, che noi in BMW Italia avevamo già implementato due anni fa, siamo riusciti a essere sempre operativi grazie a un team di management e di collaboratori che fanno della responsabilità, della passione e del senso di appartenenza all’azienda dei valori fondanti. Ovviamente non è stato possibile applicarlo integralmente alla parte retail delle nostre due filiali per ovvi motivi di diversità del business, se non per alcune funzioni. Il giudizio finale è sicuramente positivo. Nelle settimane di smartworking ci siamo tenuti in contatto, abbiamo comunicato moltissimo, abbiamo realizzato le due campagne con Alessandro Zanardi che hanno riscosso un gradimento elevatissimo, abbiamo lavorato per preparare la ripartenza, abbiamo fatto moltissime riunioni di management sia con i team sia con i nostri partner concessionari. Abbiamo toccato con mano la democratizzazione totale del digitale e abbiamo apprezzato le potenzialità e il supporto che ci può dare. Tuttavia, dal mio punto di vista, adesso abbiamo bisogno di ritrovarci, di riguardarci negli occhi, di riappropriarci delle relazioni umane che, in questi mesi difficili che abbiamo vissuto a distanza, hanno sofferto molto. L’interazione fisica alla base della costruzione di un Team vincente ed umano."
Nei periodi difficili c’è sempre qualcosa da imparare: da questo quale insegnamento possiamo trarre?
"Nei giorni scorsi il nostro CEO Oliver Zipse ha ricordato che nelle situazioni difficili, il BMW Group ha sempre trovato il modo di cambiare passo ed entrare in una nuova era. Nel 1959 l’azienda stava per essere comprata, poi Herbert Quandt entrò sulla scena e cambiò il suo destino. Negli anni Settanta in piena crisi petrolifera, BMW investiva in un nuovo stabilimento a Dingolfing che poi sarebbe divenuto strategico per l’azienda. Durante la crisi finanziaria del 2008/2009, abbiamo lanciato la nostra strategia della mobilità elettrica quando nessuno era focalizzato sul tema, neppure nel premium. La crisi che stiamo vivendo ci sta portando ad una accelerazione sul tema del digitale, alla centralità assoluta della relazione con il cliente su qualsiasi canale, alla comprensione che lo store fisico è solo uno dei touchpoint nel customer journey del cliente, alla convinzione che la flessibilità dei processi è fondamentale. Inoltre ha confermato il nostro approccio strategico alla responsabilità sociale d’impresa. I brand forti devono assumere impegni concreti per la società in cui operano. Le aziende di successo in futuro non potranno prescindere da questo tema."
Ai suoi collaboratori e ai suoi clienti cosa dice per convincerli che siamo davanti a una radiosa alba e non a un romantico tramonto?
"L’automobile da sempre rappresenta per le persone più che un mezzo di trasporto. E’ un grande simbolo di libertà. L’evoluzione tecnologica e delle abitudini di consumo potrà modificare in parte alcuni aspetti del nostro modo di intendere la mobilità e i mezzi di trasporto, ma questo non ci spaventa, anzi ci impegna a trovare le soluzioni intelligenti ai bisogni dei nostri clienti e di tutti gli interessi in gioco (come la tutela ambientale o il miglioramento del contesto urbano). Da questa crisi l’auto e la moto escono rafforzate e tornano prepotentemente al centro della vita delle persone perché percepite sicure, per sé e per la famiglia. Le recenti ricerche fatte da alcuni istituti, come Aretè, confermano che oltre il 70% degli italiani identifica nella propria automobile il mezzo di trasporto preferito e sicuro per muoversi nella fase post-emergenza. Questo significa che il settore ha una grande opportunità. È una sfida importante ma sappiamo di poterla affrontare e toglierci molte soddisfazioni."
In Germania il Consiglio per la Sicurezza Stradale si è espresso per introdurre limiti di velocità. Le automobili ad alte prestazioni potrebbero risentirne. Non corriamo il rischio di andare incontro a un’epoca dove si faranno auto con componenti più elementari e quindi anche meno sicure? Come successe negli Stati Uniti negli anni settanta con l’introduzione delle 55 miglia? E questo non potrebbe anche portare a un pericoloso livellamento dei prodotti?
"La velocità massima è solo uno dei parametri che misurano le prestazioni di una vettura e da sola non è certo sufficiente a rendere conto del piacere di guida che un’auto può offrire. Allo stesso modo la ricerca della massima sicurezza, anch’essa un aspetto della mobilità sostenibile verso cui tendiamo, non può essere ridotta ad una sola dimensione. La risposta al bisogno di sicurezza non può che venire dallo sviluppo omogeneo di tutti i sistemi, attivi e passivi, di una moderna vettura. I miglioramenti consentiti dall’applicazione delle tecnologie sono entusiasmanti e riguardano numerosi aspetti della guida. Sistemi intelligenti che miglioramento la visione del guidatore (come fari sempre più performanti o sistemi per la visione notturna), assistenza nelle manovre di emergenza (come la frenata in condizioni critiche) sono già da qualche tempo una realtà che rende le nostre vetture più sicure. Nel prossimo futuro assisteremo al progresso dei sistemi di assistenza alla guida, che evolveranno nella guida automatizzata, disponibile prima limitatamente ad alcuni contesti specifici (la guida autostradale in primis) per poi svilupparsi e diffondersi ulteriormente. Tutto questo senza che, almeno per la nostra filosofia, venga meno il piacere di guidare, che resterà una caratteristica di ogni BMW, in modo che anche in futuro chi sale a bordo possa sempre scegliere tra farsi trasportare e prendere il volante tra le mani e godersi il percorso."

 

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