Come difendersi da rincari auto e carburante
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16 giugno 2022

cosa sta succedendo

Sono in tanti a chiedersi cosa sta succedendo.

C’è chi va in concessionaria e non trova nulla.
C’è chi trova invece solo versioni superaccessoriate che non vorrebbe ma pur di avere prima l’auto ripiega e paga di più. Tanto. Anche 6 mila euro su un’auto da 20 mila euro e 30 mila su un’auto da 100 mila. Non si fa distinzione tra chi spende tanto o poco.

C’è chi si accorge che le tasse di immatricolazione costano una fortuna. Anche più di mille euro. 

C’è chi si domanda se convenga ancora comprare un’auto termica, dopo le decisioni della Ue che vuole solo auto elettriche in circolazione e che ha messo nel mirino pure le ibride fino a ieri portate in palmo di mano.

C’è chi si lamenta degli incentivi perché con i rincari dei listini manco si vedono.

C’è chi si lamenta del caro carburante e si domanda dove si finirà.

C’è chi non trova più auto economiche perché nessuno le fa più: è sparita la Punto, la Twingo, la 107, la C1…

La mobilità individuale si può dire stia vivendo uno dei suoi peggiori periodi.

I grandi produttori però non se ne preoccupano granché riducendo i volumi ma aumentando le dotazioni così i bilanci sono salvi. I fatturati si mantengono mentre gli utili salgono. Meglio vendere una Mini superaccessoriata da 40 mila euro che due da 20 mila scarne. 

L’automobile da bene di massa è già ora bene per pochi e la politica di ciò non se ne preoccupa. Come non si preoccupa dell’indotto che verrà a mancare sulle casse dello Stato con il cambio dei carburanti che significherà ulteriori problemi economici.

Gli incentivi come si è visto e come si era detto non sono serviti a nulla. Anzi, complici molti costruttori che ne hanno approfittato senza un minimo di morale.  
Il non aver voluto sciogliere i tanti nodi che si sono presentati nell’ultimo decennio ha portato a una matassa complicatissima con un rimbalzo di responsabilità a livello europeo e italiano di non poco conto. L’aver stampato troppo denaro distribuendolo a pioggia ha ubriacato tutto e tutti con il risvolto tra l’altro di una inflazione galoppante che sulla mobilità presenta per primo il conto ma poi si riversa su tutto e tutti.

Ma una grande responsabilità l’abbiamo anche noi cittadini e automobilisti perché si continua a fare gli struzzi pagando prodotti più di quello che valgono, scegliendo su base emozionale e non razionale, informandosi poco e male quindi prendendo lucciole per lanterne. Emblematico il caso delle auto plug in i cui consumi dichiarati sono lontani anni luce da quelli reali.

Una decina di anni fa quando tutto è cominciato un CEO di un grande Gruppo automobilistico mi disse: “Ho un prodotto che come consumo è un punto di riferimento; ha migliori prestazioni; è più sicuro grazie a componenti come la sospensione posteriore più sofisticata ma non viene premiato dal mercato. Non capisco cosa stia succedendo, una volta non era così. L’ho cambiato scarnificandolo e investendo in marketing e ha fatto boom. Lo pagano di più, hanno di meno…e oggi va così. Il mondo è proprio cambiato.”

Nel nostro piccolo bisogna quindi cambiare approccio, tornando a guardare alla qualità e confrontando bene cosa c'è sul mercato, da dove arriva e come è costruito. Cercando di non scegliere sul sentito dire o sul valore del brand ma sui contenuti del prodotto. 

 

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