Manifestazioni ambiente 15 marzo 2019
A proposito di...
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15 marzo 2019

ambiente e manifestazioni

Oggi molti ragazzi scendono in piazza per sollecitare i governi ad agire contro il surriscaldamento terrestre. Dovuto principalmente alle esigenze dell’uomo moderno e all’esagerato consumismo cui siamo stati abituati, ed anche alla mobilità che, non va trascurato, è esplosa in modo esponenziale in questi ultimi decenni. Sia con l’automobile, sia con i treni, sia con le navi, nonché con gli aerei.

Greta Thunberg è la promotrice della marcia dei giovani sul clima. Questa sedicenne svedese è stata addirittura proposta per il premio Nobel da tre parlamentari norvegesi. L’idea di mandare "un segnale ai potenti" dai giovani è un’idea di Greta, che ha iniziato a protestare con cartelli davanti al parlamento svedese il 20 agosto 2018. Chiedeva maggiore attenzione da parte dei politici al problema delle emissioni, dell'inquinamento, dei gas serra.  Greta non solo chiede di rispettare gli accordi presi prima a Parigi durante il Cop 21 e poi nel recente Cop24 in Polonia, dove ha parlato davanti ai delegati Onu, ma di "fare di più”.
 
Tutti oggi vedono Greta come una bandiera per un mondo migliore, che tutti vogliamo. Ma come sempre ci sono i ma e i se. E le strumentalizzazioni nonché gli interessi di finanze e politica. 
 
Alla buone intenzioni devono seguire fatti ma bisogna prima ragionarci per bene e non prendere decisioni sulla base dell’emozione e men che meno sulla base delle mere aspirazioni di una giovane, giocoforza senza particolari competenze specifiche ed esperienza. E da quello che sta succedendo nel settore dell’automobile vengono i brividi a pensare se si avrà lo stesso approccio semplicistico che sta portando la mobilità in fondo a uno...scarico.
 
Di questi tempi si parla sempre più di economia circolare e fonti rinnovabili. Anche nel mondo dell’automobile e della mobilità.
 
Se uno fa riciclo passa per un “giusto". Ma siamo sicuri sia così? Oggi molti stanno studiando sistemi di riciclo sui materiali compositi attraverso la pirolisi. A parte che i conti non tornano, ma c’è pure un problema di inquinamento. Forse sarebbe meglio pensare a produrre meno scarti. 
 
Come forse sarebbe meglio ridurre il consumo del prodotti, piuttosto che pensare a come riciclarli.
 
Si rifletta ad esempio alla durata degli smartphone, a quanti se ne consumano e dove finiscono. Innanzitutto si è disposti a rinunciarvi? Se la risposta è no, almeno si allunghi la loro vita.   
 
Di efficienza poco se ne parla ma questa è la chiave. Se si guarda l’automobile che è una delle industrie più complicate ma anche uno tra gli oggetti più sofisticati si può notare che la parola efficienza è quella che più ha permesso di fare salti in avanti a favore dell’ambiente. Efficienza pesata sul minor consumo di energia. 
 
Sulla messa in sicurezza dell’ambiente oggi giocano tre soggetti contro una difesa a catenaccio necessaria: la politica, gli interessi nazionali in gioco e quelli economici dei protagonisti. 
 
Partiamo dalla politica: una volta si votavano i partiti, e le persone erano sì al centro dell'interesse, ma i partiti erano meno dipendenti dal consenso dei loro elettori. Quindi potevano anche fare scelte impopolari ma di interesse per il Paese. Oggi invece c’è il politico in primo piano che vuole conquistare la folla, quindi dice, anzi urla, quello che la gente vuole sentirsi dire. Niente sacrifici e più spesa vogliamo noi cittadini: il politico esegue! 
Siete una comunità importante e protestate? Arriva il politico ad esaudire i vostri desideri! Tutto affinché lo votiate. 
 
Finché la classe politica non prende atto, e anche i cittadini, che ci sono cose che si possono e devono fare e altre no, ma soprattutto che non ci si può improvvisare esperti in tutto, il rischio è che tutti, ambiente compreso, paghino pegni molto pesanti. 
 
Gli interessi nazionali sono la seconda mina per l’ambiente da disinnescare. Perché la difesa dell’ambiente porta con sé interessi economici non di poco conto come l’energia che serve a vivere, muoversi e produrre. Non vivendo in un mondo dove c’è un interesse comune, ognuno tira acqua al suo mulino e cerca di imporre le proprie scelte soprattutto se è grande e potente. La Cina, ad esempio, spinge per la mobilità elettrica perché produce batterie ma anche perché la sua industria può approfittare di questo cambiamento. Ma non è solo la Cina: pensate a chi ha il nucleare quanto diventerà forte rispetto a quelli che non l’hanno! Il tema nucleare è molto interessante da considerare soprattutto per chiarirsi. Noi l’abbiamo rinnegato, i Paesi attorno a noi no. Ci sono centrali nucleari in Francia, in Svizzera, in Slovenia… Noi ce ne siamo privati, gli altri no. Quindi non siamo esenti da rischi, non abbiamo energia a basso costo, questo sì, inquiniamo meno ma se gli altri non fanno altrettanto siamo la goccia nel mare. E questo è uno dei tanti punti su cui riflettere senza lasciarsi prendere dalle emozioni. Lo stesso vale per le fonti rinnovabili, che non sono come le auto elettriche a impatto zero.
 
Infine ci sono gli interessi dei protagonisti che tirano da tutte le parti "pro domo loro". Solo nell’automobile ricordiamo Toyota che spinge sull’ibrido, perché non aveva un buon diesel e oggi si trova avvantaggiata per il caso degli ossidi d’azoto, più noto come "dieselgate", che non è stato spiegato e compreso dai politici europei e su cui tutti hanno soffiato per far divampare il più grande incendio che si ricordi contro l’industria dell’auto… europea! Che senso ha mettere restrizioni dall’oggi al domani sugli ossidi d’azoto come ha fatto la comunità europea passando da 500 mg/km di Nox nel 2000 a 250 nel 2005 fino a 180 nel 2009 per poi picchiare un 80 mg/km dal 2014 con l’euro 6 se poi gli aerei non hanno alcuna restrizione, il riscaldamento nemmeno, il pallet nemmeno e, soprattutto, l’energia americana e cinese ma anche tedesca vanno ancora a carbone???
 
Si parla di economia circolare. L’idea è intelligente: produci e poi rigeneri o ricrei, trasformi. Ma quanto impatta? Se tengo un’auto per tre anni e poi la riciclo secondo voi rispetto a uno che tiene una vettura per dieci anni, chi fa meno male al pianeta? In dieci anni il primo ha fatto produrre tre veicoli che poi hanno richiesto energia per riciclarli; il secondo uno solo da cui poi si è attivata una sola trasformazione! 
 
E sulle rinnovabili se ne parli in modo chiaro e serio. Si è favorito il pellet!!! In Italia abbiamo il vantaggio dell’idro elettrico ma se non piove cosa succede? 
 
Insomma, oggi è un giorno importante. Va riconosciuto l’impegno di Greta e dei giovani ma si rifletta tutti bene nel chiedere non utopie ma attenti approfondimenti, per giuste azioni che mettano in protezione il pianeta e non siano sogni che si trasformano in incubi.

 
 

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