Salone di Francoforte 2019
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12 settembre 2019

Made in Germany uber alles, oggi non lo è più

Dopo la due giorni per gli addetti ai lavori, apre oggi al pubblico il salone dell’automobile di Francoforte
 
Chi pensa ad una festa si sbaglia. Chi guarda alle sole novità è miope. Perché dal salone di uno dei settori più importanti e trainanti dell’Europa arrivano messaggi sinistri su cui è importante riflettere.
 
Il primo segnale è che il Made in Germany “uber alles” è defunto. Principalmente per lo scandalo che ha coinvolto Volkswagen, tra l’altro non chiarito come sarebbe stato giusto fare, per evitare il cataclisma che si è abbattuto sul motore Diesel, precipitato dal paradiso all’inferno, portando con sé una fetta importantissima di tecnologia che rendeva forte l’Europa, contribuendo tra l’altro in maniera determinate alla riduzione delle emissioni di CO2! Adesso tutto, al salone di Francoforte ma non solo, è incentrato sull’elettrificazione riguardo alla quale in Germania, ma anche in Europa, non c’è alcuna esperienza e tradizione ma soprattutto si tratta di una scelta non condivisa da molti ingegneri con esperienza e che per anni non è stata nemmeno considerata, perché ritenuta tecnicamente non valida. Aumenta il peso, aumenta il costo, comporta meno efficienza se non si usa in città.
 
Il secondo segnale è che i tedeschi, incredibile a dirsi, non amano più la loro industria dell’auto, che solo pochi anni fa era invincibile e invidiata da tutti.  L’incantesimo si è rotto, incentivato dalle campagne dei verdi che in Germania sono in grande ascesa e continuano a posizionare mine sul mondo dell’auto: nel mirino oltre al Diesel, ora hanno messo pure i SUV che garantivano all’industria importanti guadagni, riversati poi sulla società intera sotto forma di nuovi posti di lavoro, miglioramento dei prodotti, ricerca…  I verdi europei chiedono auto piccole e leggere alimentate a corrente. Se c’è la voglia di fare una scatoletta elettrica per la mobilità individuale del Vecchio Continente sul genere Trabant, che qualcuno la faccia pure, ma senza tanti sistemi di sicurezza, senza comfort e dunque con un mirata e concreta attenzione all'ambiente, per davvero. Solo così si potrà misurare il valore di questa scelta.  
 
Il terzo segnale è che nessuno ha il coraggio di raccontare che con la discesa agli inferi del tanto vituperato motore diesel si sta andando nella direzione opposta al contenimento della CO2. E nessuno ha anche il coraggio di raccontare che bisognerebbe cambiare i cicli omologativi per mettere sullo stesso piano tutte le tipologie di alimentazione, in modo da far verificare quale sia quella vincente! Perchè oggi l'elettrificazione è iper avvantaggiata e falsa la realtà!
 
L’ingegneria ha demandato alla politica e ai cittadini tematiche tremendamente complesse che vengono gestite a colpi di slogan sui social e con manifestazioni di piazza.

Il rischio di prendere fischi per fiaschi è più che concreto. 
Tutto questo genera grandi equivoci, come quello che l’auto elettrica sia a zero emissioni  quando non lo è. O che basti fare un parco, letteralmente piantare qualche albero su un terreno qualsiasi, per guadagnarsi i galloni di super eroe dell’ambiente.
 
Il salone di Francoforte apre al pubblico con centinaia di poliziotti, chiamati ad assicurare uno svolgimento regolare, perché sul collo soffiano manifestanti pacifici e attivisti caotici che preoccupano molto, ma non quanto il rischio di un cortocircuito letale. 

 

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