Papa Francesco
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11 aprile 2021

condivisione della proprietà

Condividere la proprietà “non è comunismo, è cristianesimo allo stato puro”.
 
Così Papa Francesco ha commentato durante la Messa celebrata nella Chiesa di Santo Spirito, il passo degli Atti degli Apostoli che racconta che “nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune”.
 
In un mondo, come quello odierno, dove sempre più grandi aziende parlano di condivisione dei beni, le parole di Papa Francesco sono state come il “cacio sui macheroni” per diversi top manager.
 
Ma la condivisione nel complicato mondo della mobilità non sembra essere un bene se si guarda a quanto è successo in questi ultimi anni e a quello che potrebbe succedere con robot taxi, auto elettriche...
 
Cerchiamo di capirci: oggi molti Gruppi guadagnano più che con la produzione con i servizi e non a caso stanno tutti giocando la carta dei fornitori di mobilità. Condivisa.
 
Come fornitori di mobilità condivisa il vero business che si sta affermando è quello di far pagare solo l’uso illudendo che così si risparmia e anche si può fare del bene all'ambiente. Perchè permetterebbe di avere meno auto sulle strade in quanto la stessa potrebbe essere usata da più famiglie, perché i costi andrebbero spalmati su più utilizzatori e quindi l'aumento dei prezzi verrebbe digerito meglio...
 
Ad essere però attenti si vedono già costi dei beni in forte crescita (anche del 40% negli ultimi 4 anni) e tassi di interesse sotto forma di Taeg altissimi, in alcuni casi anche del 7%. Inoltre licenziamenti, prodotti per le masse poverissimi, cali pesanti delle vendite... e stipendi che non salgono a fronte però di utili delle grandi aziende in crescita esponenziale.
 
Il risultato della condivisione si può già toccare con mano: pochi hanno sempre di più e tanti sempre di meno. 



 

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