Centro Documentazione Storica Citroen e DS: Maurizio Marini
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30 novembre 2016

non finir mai di imparare: Citroen, DS e Peugeot in cattedra

C’è chi l’ha e chi no. C’è chi la cura e chi non se ne cura, ma anche c’è chi se ne cura senza troppa convinzione. I peggiori sono però quelli che lo fanno solo per fare guadagno. E visto il crescente interesse economico che gira attorno alla storia dell’auto, questi ultimi sono sempre di più.
 
PSA di storia ne ha tanta e se ne cura tanto e bene per il bene di tutti da sempre, senza alcuna speculazione. Perché storia è cultura e perché questo Gruppo è attento ai valori importanti che l’hanno reso importante ma hanno anche permesso a molti suoi uomini di raggiungere traguardi prima di altri. Giù quindi il cappello di fronte a PSA.
 
Citroen e Peugeot hanno lunga tradizione nel Bel Paese, ricordiamo che la filiale in Italia di Citroen nasce sui terreni Alfa e Darracq agli inizi del novecento; la prima auto immatricolata in Italia nell’ottocento è una Peugeot.
 
In Italia a Sinalunga c’è il Centro Documentazione Storica Citroën e DS e non lontano a San Gimignano c’è la Galerie Peugeot. Questi due luoghi vanno assolutamente protetti, perché gestiti da persone eccezionalmente preparate e appassionate senza alcun scopo di lucro ma solo per dispensare la grande cultura dei marchi di PSA, che hanno rivoluzionato il mondo da quando sono nati.
 
Nel Centro Documentazione Storica Citroen e DS si scoprono storie incredibili sull’irrequieto Andre Citroen e le sue esplorazioni in Africa e Asia (con le Kegresse che erano auto di serie con ponte posteriore cingolato) attraverso filmati e soprattutto storie tramandate, perché all’epoca era tutto muto, ma anche ci sono tutti i sistemi meccanici/idraulici che hanno rivoluzionato il mondo dell’auto e che hanno servito pure tante Maserati, quando Citroen la fece propria. Tra l’altro dallo storico stabilimento Maserati si è scoperta addirittura in tempi recenti una cartella intonsa di presentazione della DS fine anni sessanta, con un lavoro straordinario di Helmut Newton, che oggi si può ammirare proprio a Sinalunga assieme a una documentazione davvero unica: pensate che era il 1969 e per lanciare in Italia una versione della DS, la filiale italiana ingaggiò il grande Newton, che si espresse in maniera egregia anche se con una foto fece molto scalpore…(andate a scoprirla). Va vista e va letta questa brochure anche per i testi: “Squali dagli occhi di luce, astronavi sfreccianti nello spazio. Quando si fermano, eseguono movimenti ritmati come robot super intelligenti. Appaiono e poi scompaiono lasciandovi solo il ricordo di una potenza fantastica e di una eleganza accecante”. Mette i brividi guardarlo e leggerlo questo depliant della DS come quando davanti agli occhi compare un’opera magistrale di Andy Warhol e l’unica parola che si riesce a esprimere è: “magistrale”.  In confronto alla documentazione che oggi si produce nel mondo automotive viene da gridare: torniamo indietro perché quello era un periodo fantastico, geniale, creativo…illuminante. A capo del Centro Documentazione Storica Citroen e DS c’è Maurizio Marini che sta digitalizzando tutto l’archivio. Un uomo mai pago nella ricerca e nel trasmettere il suo sapere. Un uomo modesto come solo i grandi che sanno, sanno essere.
 
A soli 60 chilometri di distanza si viene invece accolti da Daniele Bellucci nella Galerie Peugeot: un cinquantasettenne speciale come i Peugeot, calvinisti dai grandi fatti e poche parole. Daniele Bellucci ha una intonsa Peugeot degli anni ’30 con meno di 10 mila km  percorsi con ancora la protezione sulle portiere anteriori che lascia toccare, aprire per cogliere gli odori e i materiali straordinari con cui è costruita; l’ammiraglia del Tour de France per anni con soluzioni….utili per chi non si può mai fermare (scopritele andando a trovarlo); una 404 cabriolet FAVOLOSA ma tanto tanto altro con storie da far strizzare il cuore e renderlo gonfio d’orgoglio per aver incontrato un italiano di cui tutti devono essere fieri, perché ha fatto tutto Lui, da solo, senza chiedere un soldo a nessuno. Bellucci e Marini due italiani generosi che meriterebbero aiuti da un’Italia che dice di amare la cultura ma alle parole non fa mai seguire fatti.
 
Di musei, di appassionati tantissimi ne ho incontrati in tutto il mondo. Pochissimi però mi hanno fatto battere forte il cuore dimostrando passione vera e voglia di dispensare quello che sanno agli altri come Bellucci e Marini. E mi hanno anche chiarito le idee sulla Ds.
 
Pochi sanno che il capo collaudatore delle Ferrari stradali aveva una DS negli anni settanta. Si chiamava Giorgio Enrico. Con questa DS veniva all’isola d’Elba e con un amico, Antonio Bianchi e sua sorella Raffa, ci portava verso Porto Azzurro per farci provare l’emozione della guida veloce. Io, Antonio e Raffa impazzivamo per le auto, per la velocità, forse perché nati a Modena, forse perché figli di ingegneri della Ferrari…seppur Antonio e Raffa avessero perso loro padre proprio a causa della velocità su una Daytona ma non per sua colpa. Su una strada incorniciata da alberi dove era passato Napoleone, Giorgio Enrico affondava sull’acceleratore e per la presenza dei dossi si iniziava a dondolare ma le ruote rimanevano sempre attaccate al terreno. Noi sprofondati sul divano posteriore lo chiamavamo effetto materasso perché era come quando si saltava sui letti, il rimbalzo era sempre dolce, morbido. Lui che guidava al massimo le Ferrari a oltre 250 km/h rideva, mentre l’ago della velocità saliva con calma perché sotto il cofano non c'erano mandrie di cavalli e decantava la sua DS perché mai sollevava le gomme da terra. Noi piccoli volevamo invece volare e rimpiangevamo quando mio padre con le Alfa ci portava e le faceva saltare da un dosso all’altro. La DS non la amavamo proprio ma Giorgio era per noi un mito: però non lo capivamo, non riuscivamo a comprendere perché amasse quella balena bianca con gli interni rossi in velluto. Ebbene, quella strada, quei momenti sulla DS bianca sono un ricordo indelebile. Ma nonostante questo la Ds mai mi è entrata nel cuore fino a oggi. Perché sentendo le parole di Marini, guardando i pezzi con cui veniva costruita, che lui ha esposto e permesso di toccare, osservando la sofisticazione delle bocce, del serbatoio liquido sospensioni…di tutti i particolari che sono esposti a Sinalunga, dopo più di trent’anni non guardo più la DS come una straordinaria opera di design ma di grandissimo ingegno e comprendo pienamente perché un collaudatore tecnico come Giorgio Enrico l’avesse fatta sua e perché ci portava sempre su quella strada decantandone le qualità, cercando di farcele apprezzare non a parole ma con i fatti. Che sono quelli che solo la storia può dire se erano giusti o sbagliati, se si è fatto bene o fatto male, se si deve prendere esempio per un futuro migliore. Perché se non c’è storia c’è poco futuro. Come dimostra il successo degli ultimi modelli di Citroen, Peugeot e DS che al passato strizzano l’occhio.

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milano 30 novembre 2016 alle 8:00
la storia è il pilastro per crescere e migliorarsi chi non lo capisce rimane povero
Giancarlo 30 novembre 2016 alle 8:06
è vero che negli anni settanta c'era più fantasia
Angelo 30 novembre 2016 alle 8:13
la storia è maestra di vita. una fortuna trovare chi la protegge
Luca 30 novembre 2016 alle 8:17
Bellissima storia, fa venire voglia di andare a conoscere quegli uomini speciali !
Fabio 30 novembre 2016 alle 8:31
Non sapevo che la prima auto immatricolata in Italia fosse una Peugeot !
Peppe 30 novembre 2016 alle 8:38
I fondatori di Peugeot e Citroen sono stati uomini davvero eccezionali, geniali la loro storia è entusiasmante e dovrebbero leggerla tutti
Giulio 30 novembre 2016 alle 8:44
Bello questo blog: alterna news a racconti curiosi del passato 👍👍👏👏
Filippo 30 novembre 2016 alle 8:48
Persone di spessore che sono sempre più rare 👍
Mario 30 novembre 2016 alle 9:03
Quanti ricordi con la DS ! Era una macchina mitica, mi sono pentito, dopo poco, di averla venduta ! Averla oggi...
Gianluca 30 novembre 2016 alle 9:17
Anche mio zio aveva la DS, lo squalo ! Era un vero divertimento : seduti sul divano in velluto dondolando come sulle onde del mare !!!
Danilo 30 novembre 2016 alle 9:37
Che periodo quello dei primi del 900 ma anche gli anni sessanta ! Voglia di fare, intraprendenza, coraggio e un pizzico di follia anche.... per ideare il ponte posteriore cingolato su un'auto di serie !
Federico 30 novembre 2016 alle 9:41
Non per niente il museo Peugeot in Francia l'hanno chiamato Musée de l'Aventure Peugeot e vale la pena visitare anche quello
Gian Carlo 30 novembre 2016 alle 9:52
La storia è il fondamento del nostro presente e lo specchio del nostro futuro
Fermino 30 novembre 2016 alle 9:55
Grazie overmobility per aver condiviso con noi queste esperienze 👏👏👏
Stefano 30 novembre 2016 alle 9:57
Quanto fermento in quei anni è stato il nostro periodo migliore
Silvio 30 novembre 2016 alle 10:00
Conoscere il passato è fondamentale per affrontare il futuro
Gerry 30 novembre 2016 alle 10:02
Non sapevo dell'esistenza del centro di documentazione storica Citroen e DS e della Galerie Peugeot, bravissimi i due curatori e, a quanto raccontate, persone interessantissime : prossima gita si va. Bravo Overmobility !
Tony 30 novembre 2016 alle 10:18
Una bellissima storia, raccontata con passione. Ma non è solo questo, mi ha permesso di scoprire l'esistenza di luoghi che nemmeno immaginavo esistessero in Italia, andrò sicuramente a visitarli
Giorgio 30 novembre 2016 alle 10:18
Sono andato a cercare la brochure del '69 della DS: stupenda ! Che creatività ! Merita vederla, andate a cercarla
Luca 30 novembre 2016 alle 10:19
In Italia è pieno di persone come Bellucci e Marini, il problema è che non vengono valorizzati. Bravo overmobility che pubblicizzi anche queste realtà!
Luigi 30 novembre 2016 alle 10:25
Bisogna preservare il proprio patrimonio storioco, in Italia ne avremmo da fare... è stato uno scempio che lo stabilimento di Arese dell'Alfa sia stato smantellato per fare un museo con pochi pezzi e sul resto dell'area un centro commerciale! Andava mantenuto e valorizzato tutto
Alberto 30 novembre 2016 alle 10:29
Ho avuto una DS nella mia vita, era confortevole ma effettivamente le sospensioni erano troppo molleggiate!
marco 30 novembre 2016 alle 10:33
E' stupendo scoprire come veriappassionati tramandino la storia dell' auto. In casa nostra se non ci fosse stato un manipolo di ostinati appassionati il museo Alfa di Arese non avrebbe visto la luce. La Citroen Ds è stata un'icona di stile e tecnologia (sospensioni idropneumatiche ora copiate). Peugeot ha sempre fatto dell' adffidabilità e della della cura dei particolari i suoi cavalli vincenti unito allo stile affidato alla matita di Pininfarina.
Max 30 novembre 2016 alle 10:33
Più storie come queste, per fare appassionare i gioveni servono questi racconti, non i tecnicismi e le recensioni
Giuliano 30 novembre 2016 alle 10:44
Che belle queste storie, fanno tornare la passione per...tutto !
beppe 30 novembre 2016 alle 10:54
Conoscere la storia consente di creare un futuro migliore. Purtroppo ci ostiniamo ad ignorarla e si commettono sempre gli stessi errori!
Fulvio 30 novembre 2016 alle 10:54
Bravi Bellucci e Marini ! Davvero esemplari, ce ne fossero altri come loro mossi solo dalla passione e non dal profitto
Ricky 30 novembre 2016 alle 11:07
Ho visto le foto di Newton : pazzesche, l'auto sulla spiaggia, le modelle con gli occhiali strani e gli abiti metallici di Paco Rabanne.... un altro pianeta !!
Francesco T. 30 novembre 2016 alle 11:13
Ho avuto 2 DS per l'epoca erano delle vetture rivoluzionare, adesso sono anni che non compro "francese", ma devo dire che vetture così di quella categoria non ne hanno più fatte
Guido 30 novembre 2016 alle 11:14
Anche le storie di Mini e di Fiat 500 dimostrano che attingendo dal passato si ricavano solo successi
Damiano 30 novembre 2016 alle 11:39
Bei tempi, mio padre l'aveva ed era orgogliosissimo del suo squalo io ero affascinato per le magiche sospensioni ma non mi piaceva il colore, peraltro tipico di quegli anni : beige !
robi 30 novembre 2016 alle 11:54
La prima volta che andrò a fare un giro in Toscana, prevederò sicuramente una tappa da entrambi...
nando 30 novembre 2016 alle 12:42
Bella storia amarcord
Cristiano 30 novembre 2016 alle 12:52
Appassionante, è bello leggere storie di questo genere che suscitano curiosità e portano a scoprire nuovi "mondi"
NICOLA 30 novembre 2016 alle 13:02
Due belle eccellenze italiane, anche se a favore dei cugini d'oltralpe
Pippo68 30 novembre 2016 alle 13:42
Significativo che anche il capo collaudatore di Ferrari avesse una DS per il suo tempo libero, al pari del commendatore che aveva una Peugeot per gli spostamenti quotidiani
Carmine 30 novembre 2016 alle 14:57
Bellucci e Marini, personaggi da conoscere dopo aver letto questo racconto
Fabrizio 30 novembre 2016 alle 15:00
Peugeot e Citroen con DS hanno fatto la storia dell'automobile e fanno bene gli attuali manager del gruppo PSA a tutelare e a valorizzare il loro patrimonio storico
Gigi 30 novembre 2016 alle 15:05
E pensare che tutto è partito dai macinapepe....
GianMaria 30 novembre 2016 alle 15:08
La brochure della DS per la quale fu chiamato Helmut Newton, già famosissimo, fu commissionata dalla filiale italiana, non dalla Casa madre: da non crederci ! Davvero altri tempi e altre persone ....
Gino 30 novembre 2016 alle 15:13
DS fu un vero successo all'epoca
Michele 30 novembre 2016 alle 15:41
Bisogna guardare indietro per sapere dove andare
Gabriele 30 novembre 2016 alle 15:42
Tutto torna prima o dopo ma queste persone danno più valore alle cose importanti Bravo overmobility
Gian Marco 30 novembre 2016 alle 15:43
Il marchio DS è sempre stato per i veri amanti delle auto un punto di riferimento
Enrico 30 novembre 2016 alle 15:44
La Francia come nei vini ha un valore aggiunto
Pierpaolo 30 novembre 2016 alle 15:46
Adesso capisco perché le ultime DS sono così belle
Nicolò 30 novembre 2016 alle 15:49
Sempre più persone stanno puntando ad acquistare DS d'epoca ..e adesso ho capito perché Overmobility sei il numero 1
Alfredo 30 novembre 2016 alle 16:04
Storie da raccontare ai nostri adolescenti svogliati e spesso senza interessi e passioni
Santo 30 novembre 2016 alle 16:07
Più Bellucci e Marini per tutti
Andrea80 30 novembre 2016 alle 16:14
Quel periodo deve essere stato bellissimo per la voglia di fare e sperimentare che c'era e per l'ottimismo generale che faceva credere tutto possibile e realizzabile
Giopax 30 novembre 2016 alle 16:39
L'Italia è fatta soprattutto di queste belle realtà, purtroppo non vengono mai supportate dalle istituzioni...
ferdinando 30 novembre 2016 alle 16:40
A me la DS non è mai piaciuta, nemmeno allora...
Cristiano 30 novembre 2016 alle 16:45
Ma invece che fare la galerie peugeot, non poteva pensare a fare una galleria di qualche eccelenza italiana? basta promuovere gli altri stati...apprezziamo e valorizziamo il nostro patrimonio che ne ha veramente bisogno e non siamo secondi a nessuno...anche nel mondo dell'automobile!
Enrico 30 novembre 2016 alle 16:56
Avessero la stessa passione nello svolgere il loro lavoro anche i nostri amministratori pubblici .....
Roberto 30 novembre 2016 alle 16:59
I francesi sono sempre stati dei maestri nell'esaltare le loro imprese e invenzioni, però in quest'occasione devono molto ai nostri Bellucci e Marini: bravi !
venanzio 30 novembre 2016 alle 17:00
bei tempi quelli, un fantastico tuffo in un'epoca migliore
Franz 30 novembre 2016 alle 17:04
Lavoro entusiasmante e interessantissimo: ritrovare la brochure intatta del 1969 con foto di Helmut Newton deve essere stato esaltante !