Industria auto crisi covid-19
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21 maggio 2020

crisi dell'industria dell'auto: la mettiamo a dieta?

L’obesità non fa bene. 
Si sa.
Ma ci sono alcuni che non vogliono rendersene conto. 

Come molte Case automobilistiche che in questi ultimi dieci anni hanno  “mangiato troppo” e ora, grasse come oche, fanno fatica a respirare.

E la conseguenza è che oggi nessuna esclusa sono in terapia intensiva con costi che in diversi casi potranno ricadere sulle tasche anche di chi non ha nulla da spartire con questi “mostri”. Perché molti Stati si stanno muovendo per aiutarle. E ciò significa che soldi di tutti andranno a favore solo di alcuni.

Ma in questo mondo sempre più confuso sarebbe importante decidere ora se continuare a mangiare sempre tanto e senza attenzione o se mangiare meno e meglio. Non trascurando nemmeno da dove arriva il cibo. 


In parole chiare il punto focale è decidere se continuare ad avere fabbriche che sfornano novità a getto continuo e tanti prodotti con cicli di vita brevi, così da accelerare i ricambi e la produzione, o farne meno e di migliori, risparmiando tra l'altro su materie prime, consumi energetici e smaltimento.
Ma ciò porterebbe a una riduzione dei consumi-volumi che nessuno vuole affrontare. Anche perchè prima di Covid-19 non pochi costruttori si erano illusi che con l'auto elettrica nei prossimi dieci anni avrebbero potuto addirittura raddoppiare i volumi grazie anche alle decisioni della politica di limitare la circolazione delle vetture alimentate a benzina o gasolio, quindi obbligando al ricambio. 
 

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