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20 gennaio 2022

greenwashing: il caso Alcantara Dinamica sia esempio

“Scelta naturale”, “Amica dell’ambiente”, “100% riciclabile”… e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
 
Oggi che l’ambiente è sugli scudi, tutti vogliono far passare come “ecologico" tutto quello che fanno e producono e da queste comunicazioni il consumatore è sempre più bersagliato.
 
Recentemente però c’è stata una ordinanza, emessa da un tribunale italiano, molto interessante, che vede due realtà del settore automotive specializzate negli interni dibattere su queste affermazioni.

Uno dei principali attori nei materiali per interni automobilistici, Alcantara, ha portato Miko, il produttore di Dinamica, in tribunale per quelle che si diceva fossero affermazioni pubblicitarie ingannevoli.

Entrambe le aziende producono un materiale simile alla pelle scamosciata che si trova come rivestimento interno in molti veicoli di fascia alta, spesso in alternativa alla pelle. Alcantara ha ottenuto una clamorosa vittoria in tribunale che significa che Miko non può più rivendicare la superiorità "verde" nella sua pubblicità.

Miko è una società italiana a responsabilità limitata facente parte del Gruppo Sage Automotive Interiors, con sede principale nella Carolina del Sud (Stati Uniti), controllata a sua volta dalla giapponese Asahi Kasei Corporation. Alcantara è una S.p.A. italiana di proprietà per il 70% del Gruppo giapponese Toray e per il 30% di Mitsui.

Alcantara produce da quasi cinquant’anni, Miko da molto meno ma, attenzione, quest’ultima negli ultimi anni ha conosciuto una crescita esponenziale con il nome del suo materiale “Dinamica" e una comunicazione aggressiva soprattutto sul tema sempre più sentito, quello appunto ambientale. Miko infatti comunicava: “La prima microfibra sostenibile e riciclabile”; “100% riciclabile”, “Scelta naturale”, “Microfibra ecologica”, “Amica dell’ambiente”; tutte affermazioni che il Tribunale non ha ritenuto veritiere e per tale motivo ha imposto a Miko di cessarne la diffusione, dando tra l’altro ampio riscontro delle motivazioni emerse nell'ordinanza. Alcantara ha quindi vinto la prima battaglia ma può rivelarsi una pietra miliare per tantissimi settori e dimostra ancora una volta quanto il settore automotive sia rilevante e precursore nei tempi all’interno della società.

Detto questo bisogna anche ricordare che una volta era facile scegliere: si potevano avere gli interni di un’auto in pelle, in tessuto o finta pelle. 
Poi negli anni settanta, un giapponese ha inventato un materiale simile al camoscio nell’aspetto e nel tatto: l‘Alcantara appunto. 
La prima applicazione su un’auto di questo materiale simile al camoscio, se memoria non sbaglia, si ebbe sulla Fiat X19 ma è con Lancia che ebbe la sua consacrazione. Negli anni novanta Alcantara iniziò a invadere gli abitacoli delle vetture più prestigiose e venne addirittura considerata migliore delle pelle, perché grazie al suo grip il corpo veniva frenato e quindi sulle auto sportive diventava un vero e proprio must.
Nel tempo, risolti piccoli problemi di qualità, Alcantara è riuscita a migliorare il proprio processo e la crescita ha avuto pochi uguali grazie anche alle visioni del suo management. Il successo di Alcantara però ha fatto gola ad altri e sul mercato sono così comparse alternative. Una fra le tante, quella di Miko con il prodotto Dinamica. Miko nasce nel 1997 ma è tanti anni dopo che entra nel settore automotive e più precisamente nel 2008 grazie a General Motors. Dal 2012 con l’ingresso in Mercedes, Miko fa il grande salto e dopo soli 3 anni, esattamente nel 2015, entra a far parte del Gruppo Sage a cui fa capo la giapponese Asahi Kasei Corporation. Ironia non tanto della sorte, non va quindi nemmeno troppo sottovalutato che le due aziende sono entrambe di colossi giapponesi specializzati anche nei filamenti sintetici ma, soprattutto, che uno ha inventato un prodotto e un sistema, l’altro ci è arrivato dopo e tramite una comunicazione aggressiva ha scavato un fossato di isolamento al rivale, favorito dal fatto che sul tema ambientale non vi sono regole e parametri ben definiti. Questo ricade nel perimetro del Greenwashing, l’ambientalismo di facciata che sfocia spesso in concorrenza non leale.

Nell’ordinanza del 25 novembre 2021, il Tribunale di Gorizia su ricorso d’urgenza di Alcantara ha riconosciuto quindi Miko responsabile di pubblicità ecologica fuorviante. Miko ovviamente è ricorsa. E la querelle sicuramente proseguirà. Quello che è inequivocabile è che sull’ambiente si sta giocando a colpi bassi perché non vi sono regole certe, ma anche perché gli attori protagonisti non fanno molto per chiarire cosa fanno e come. 
 
Certo è che da questa faccenda sono in tanti ad uscire con le ossa rotte: pensate a quelle Case automobilistiche come Volkswagen, Porsche, Land Rover… che hanno scelto il prodotto Dinamica sulla scia della comunicazione ecologica senza pesarla ma anche a quei clienti che l’hanno voluto e pagato profumatamente perché attratti dall’enfasi di quei claim. E tutti quegli enti che parlano di ambiente senza sapere di cosa stiano parlando e di cosa stiano favorendo. Adesso l'importante è prendere coscienza sempre più di tutto ciò non facendosi incantare e chiedendo a gran voce più trasparenza e serietà a tutti.

 

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