Licenziamenti nel settore auto
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18 ottobre 2021

elettrificazione: in Europa è boom di licenziamenti

Suonano le campane a morto in molte aziende automobilistiche europee.

Renault mette nella ghigliottina lo storico quartiere generale di Boulogne-Billancourt.
Al management viene richiesto di trasferirsi in  una nuova struttura, molto più piccola, da 250 mila metri quadri contro la storica sede di 450 mila metri quadri.
I motivi ufficiali sono: ristrutturazione del patrimonio immobiliare e riduzione dei costi. I motivi non detti a gran voce: riduzione personale (2 mila ingegneri), smart working ma soprattutto ridimensionamento, perché Renault non è più “la grande Renault” di un tempo e anche in futuro sarà difficile che torni ai fasti del passato.
 
In questi giorni fa discutere quanto riportato dal quotidiano tedesco Handelsblatt riguardo un possibile taglio di 30 mila dipendenti Volkswagen per ridurre i costi e migliorare la competitività dovuto alla transizione dall’auto termica a quelle elettrica, del Gruppo automobilistico più importante d’Europa. Riduzione di personale Volkswagen che se confermato preoccupa perché si aggiungono ai tagli di Audi e Mercedes, circa 10 mila a testa ma anche a quelli di Stellantis, della stessa entità.

Ben più importante sempre da un punto di vista occupazionale sarà l’impatto sulle aziende della componentistica nel Vecchio Continente. Alcuni analisti hanno calcolato che oltre 100 mila posti di lavoro sono a rischio nell'immediato e in tempi non lontani saranno milioni.
La svolta dell’Europa sull’elettrificazione “senza se e senza ma” inizia quindi a presentare aspetti poco piacevoli.

Molti sostengono che a ogni transizione c’è un prezzo da pagare ma il punto è se oltre al prezzo sociale ci sarà da pagare anche quello ambientale ed economico, sarà vera beffa.

Alzandosi verso il cielo, per avere una visione migliore, emerge chiaramente che l’Europa diventa terra di nessuno con la mobilità elettrica e quindi di conquista di cui ne trarrà grande beneficio l’Asia perché oltre ad avere le materie prime ha in mano la produzione.

Le grandi industrie automobilistiche europee si riducono a fortini sotto assedio con tra l’altro un comandante importante come il N.1 di Volkswagen, Herbert Diess, che continua a interpellare Elon Musk, arrivando addirittura ad indicarlo come stella polare ai suoi manager durante una riunione la scorsa settimana tenutasi in Austria. Siamo alla follia! 

Negli ultimi trent’anni l’industria automobilistica europea è cresciuta a dismisura arrivando a scalzare sia quella americana sia quella giapponese. Si è imposta l’industria europea con la tecnologia in primis dell’alta pressione sui motori a scoppio che hanno ridotto consumi ed emissioni aumentando le prestazioni. Sia gli americani sia i giapponesi hanno provato a offrire qualcosa di simile e non si dimentichi nemmeno che il colosso General Motor era arrivato ad investire in Italia per acquisire le competenze che gli mancavano. Poi l’elettrificazione ha cambiato il gioco e le sue regole mettendo al tavolo anche nuove figure. I cinesi. Un po' di anni fa incontrammo un grande giocatore di Las Vegas che ci disse: “Se non si vince a un gioco perché chi l’ha in mano è invincibile l’unica possibilità e di portarlo su un nuovo tavolo per lasciarlo al...verde”. Ed è quello che sta succedendo.  Nel mentre 
Stellantis e Lg Energy Solution creeranno una joint venture per la produzione di batterie agli ioni di litio in Nord America. Il nuovo impianto di batterie avrà una capacità di produzione annuale di 40 gigawattora. L’avvio è previsto per il primo trimestre 2024. La fabbrica contribuirà a raggiungere l’obiettivo di Stellantis di portare le vendite di veicoli elettrificati a oltre il 40% del totale negli Stati Uniti entro il 2030. E in Europa?

 
 

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