Blocco auto diesel e benzina nel mondo
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7 gennaio 2021

blocco dei diesel: ora nel mirino le benzina e le ibride

Viviamo in un mondo sempre più strano. 
Un mondo dove la globalizzazione impera ma un un ruolo importante lo ha ancora il locale.

Gli automobilisti italiani sanno da anni che nel loro Paese non c’è una regola che vale per tutti.

Perché c’è lo Stato. Poi ci sono le Regioni. Infine i Comuni. Quindi dal bollo alla libera circolazione in base a dove si vive nello Stivale le cose cambiano.

La realtà di una regola che non vale per tutti adesso la stanno iniziando a vivere sulla loro pelle anche tutte le Case automobilistiche. Perché ci sono Stati che decidono una cosa, Regioni un’altra e amministrazioni soprattutto di grandi megalopoli che impongono regole diverse. E quando il soggetto è l’automobile…apriti cielo. Tanto che viene da invocare un ente mondiale per la salvaguardia dell'automobile ma anche dell'automobilista.
Mettendo un po’ più a fuoco il tema, per più di cento anni l’automobile nel pianeta terra si è potuta muovere liberamente ma oggi sembra proprio che ciò a breve non le verrà più permesso, se non il suo moto venga assicurato dall’elettricità. Con conseguenze tutt'altro che felici a partire dall'aumento dei costi ma anche all'impatto sull'ambiente globale perchè se è vero che al suo passare poco lascia traccia altrettanto non succede per la sua produzione ma anche per assicurarle la maggior energia di cui necessita per muoversi.

In UK a inizio febbraio 2020 è trapelata l’intenzione di vietare la vendita di auto nuove con motori a combustione già nel 2035. Dopo pochissimo il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato in una colonna del Financial Times che il divieto sarà anticipato ulteriormente al 2030. Ma attenzione, in Scozia, già nel 2032 dalle vetrine delle concessionarie si dovrebbero vedere solo veicoli elettrici in vendita! Quindi non solo dovrebbero sparire le diesel ma anche le benzina!!! E doppia attenzione: potrebbero addirittura fermare le vendite anche delle ibride mild e full!!!!!! Quindi solo i PHEV, cioè le plug in potrebbero avere le carte in regola per poter andare sul mercato. 

Attraversando l’Atlantico non è che la situazione migliori, anzi. Il Canada ha messo come obiettivo il 2050 ma la provincia più popolosa del Quebec ha annunciato che intende vietare la vendita di nuove autovetture con motori a combustione pura già nel 2035. Meno fretta ha la provincia della British Columbia, che indica il 2040. 

Negli USA succede come in Italia: ogni Stato/Regione fa un po’ a modo suo. La California è tutta votata all’elettrificazione ma pochi raccontano che per i veicoli legati alla sicurezza e al servizio pubblico la California al motore a combustione non rinuncia. Quindi per autoambulanze, mezzi dei vigili del fuoco…ancora petrolio! Il piano però del sindaco di Los Angeles prevede già nel 2025 il 25 per cento delle auto solo a trazione elettrica e taxi elettrici dal 2028 come gli scuolabus. Mentre aspetta il 2035 per far cambiare carburante a tutto il traffico commerciale in città, il delivery. 

Attraversando il Pacifico si giunge in Giappone e anche nel Sol Levante i politici vogliono ridurre a zero le emissioni di gas serra entro il 2050 ma già nel 2030 intendono porre limitazioni alle auto a combustione e nel 2035 accendere il semaforo rosso. Idee che hanno portato il N.1 di Toyota ad una decisa e forte presa di posizione sulle mosse contro l’auto a combustione. 

Non lontano dal Giappone c’è la Cina. Il più grande mercato dell’automobile al mondo. In Cina attualmente sembrerebbe che il passaggio all’elettrico sia stato spostato al 2060 ma soprattutto che venga lasciato uno spiraglio di vita ai motori a combustione interna, attraverso l’impiego di carburanti sintetici. Solo la provincia di Hainan rimarrebbe con esclusivamente auto elettriche in vendita. In Cina però c'è anche da dire che fino a poco tempo fa dicevano il contrario, E quindi come sempre solo il tempo dirà cosa i cinesi faranno.

Tornando in Europa sono i Paesi nordici, Danimarca e Norvegia, quelli decisi a bloccare i motori a combustione in tempi brevi. Già nel 2018 il governo di Copenaghen annunciò che avrebbe vietato i motori diesel e benzina dal 2030. Ma dovette cambiare i suoi piani perché in violazione con le normative UE. Ora tornano all’attacco chiedendo che la UE cambi le regole e consenta ad ognuno di decidere in modo autonomo! Sembra non essere sola in questa richiesta perché piacerebbe anche a Olanda, Slovenia, Irlanda… E attenzione che pure in Germania c’è chi non la pensa diversamente: i Verdi tra nove anni vogliono solo auto elettriche e il presidente della Regione Baviera, Markus Söder (CSU), guarda al 2035! Una data che non è comunque lontana da quella di Francia e Spagna, dove si parla del 2040. 

Tutto questo quali conseguenze comporta? Che le Case automobilistiche dovranno sostenere costi pazzeschi per portare avanti tutte le tipologie di alimentazione, sempre che non arretrino nell’offerta, come molti stanno facendo abbandonando il Diesel. Che fare un piano oggi di sviluppo prodotto per una Casa automobilistica è la cosa più difficile e complessa che ci sia. Che gli acquirenti di nuove auto non sappiano dove dirigere le proprie scelte, perché il rischio di trovarsi con un’auto dalla breve vita non fa piacere a nessuno, visto quello che costano.  Che l’automobile continui a crescere di prezzo e da mezzo di massa ritorni per l’elite. Che una euro 6 possa valere niente come è capitato alle euro 3 e 4 in alcune zone d'Italia.

Ricapitolando fino a poco tempo fa erano le auto Diesel ad essere messe sulla graticola, ora anche le benzina e le ibride che non si attaccano alla spina. Queste ultime come si è sempre scritto tra l’altro hanno consumi ed emissioni superiori a quelle che vogliono fermare, quando si utilizzano consecutivamente per più di 50 chilometri, ma chi governa non prende atto. Come non prende coscienza di cosa veramente significhi passare all’elettrico per l’industria, per le infrastrutture, per i cittadini.

In Europa la vita media di un’auto e di 10 anni e 8 mesi. Negli USA è di 11 anni e sei mesi. In Italia i numeri sono quelli della media europea, quindi attenzione non abbiamo il parco più giovane ma nemmeno quello più vecchio come tanti vogliono far credere per far vendere più auto nuove, a partire dall'Aci che tuona sempre che abbiamo un parco circolante vetusto quando i problemi veri sono ben altri.

Il rischio serio è che se in molte parti del mondo scatteranno divieti già entro il 2025 sulle auto a benzina e diesel non è da escludere un effetto domino anche in altri Paesi, il che significherà che chi ha comprato un’auto “tradizionale” oggi, probabilmente non potrà muoversi ovunque con piena libertà solo tra pochi anni, perché il passo successivo sarà quello delle limitazioni, soprattutto nelle città, come purtroppo abbiamo visto con i blocchi alle euro 1,2,3, 4...

Pertanto urge, ora più che mai, la necessità che le Case automobilistiche non pensino ognuna per proprio conto ma parlino con una voce unica ai politici di tutto il mondo per non trovarsi già domani spiazzati. E noi cittadini e automobilisti dobbiamo imparare a guardare un po’ più lontano e non sempre i nostri interessi perché se no finiremo anche noi spiazzati assieme a loro. Ci si riferisce in particolare a tutti quelli che girano con auto elettriche o ibride perché non pagano il bollo, molti la corrente, altri per entrare nei centri città… Per la serie: prima vengo io, poi il mondo. Stesso ragionamento che fanno molti costruttori e che li hanno portati sull'orlo del baratro e a rischiare l’osso del collo.

 

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