FCA Renault
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27 maggio 2019

FCA e Renault

Il Consiglio di Amministrazione di Renault si è riunito in data odierna per esaminare la proposta ricevuta da FCA (Fiat Chrysler Automobiles) relativa ad una potenziale fusione al 50% tra Renault S.A. e FCA. Dopo aver passato attentamente in rassegna i termini di questa proposta amichevole, il Consiglio di Amministrazione di Renault ha deciso di studiare con interesse l’opportunità di tale intesa, atta a consolidare l’impronta industriale del Gruppo Renault e generare un supplemento di valore per l’Alleanza. 
 

Questo il comunicato rilasciato oggi da Renault. 
 

La proposta di FCA viene quindi presa in considerazione.

Adesso tutto è possibile.

Dire cosa accadrà è invece impossibile. 

Perché troppe sono le varianti in gioco e tutto dipenderà dalle scelte energetiche legate alla mobilità che la politica farà, soprattutto quella europea, che è  entrate a gamba tesa, facendo sgambetti a tutti e mettendo seriamente a rischio la stabilità dell’industria automobilistica europea.
 

Se matrimonio sarà, darà luogo a una potenza straordinaria. Nascerà il Gruppo più grande al mondo. Ma prima di festeggiare bisognerà dargli fondamenta solide e non d'argilla che non arriveranno per la semplice unione. 

Pensare che per Renault sia una opportunità perché così potrà sbarcare negli USA è un insulto all’intelligenza come pensare che per FCA sia un vantaggio sull’elettrificazione. Perché il mercato USA è si importante ma non fondamentale quanto quello asiatico; perchè le batterie anch’esse hanno l’epicentro della loro nascita ed evoluzione ad oriente. 
 

E qui sta il punto centrale: sia Renault sia FCA guardando il mondo sono più un centro sinistra che un centro destra. Centro destra che oggi è più forte. Sia per i numeri sia per le tecnologie legate all’elettrificazione ma anche per le materie prime, in primis litio e cobalto.  
 
Ma c'è anche dell'altro che riguarderà questo matrimonio sia che si faccia sia che non. 

Di questi tempi c’è chi pensa ai droni per muovere più velocemente le persone e le merci ma c’è anche chi immagina mezzi a guida autonoma per aumentare la sicurezza e rendere più scorrevole il traffico. 
 
I più sono convinti però che il grande cambiamento si abbia con il passaggio all’elettromobilità.
 
L’ascesa dei Verdi ma soprattutto l’aumento esponenziale degli abitanti nelle grandi città è certo che porterà grandi cambiamenti.
 
Ma attenzione che c’è una novità importante. 
 
Si inizia a parlare apertamente di decelerazione della mobilità per i prossimi anni!
 
I sostenitori della decelerazione della mobilità sono convinti che ci si muoverà meno grazie allo sviluppo di connessioni più evolute e sistemi tipo skype più “umani” che faranno muovere meno le persone, pertanto questi sostenitori della decelerazione della mobilità guardano ai droni, alla guida autonoma, all’auto elettrica come soluzioni sbagliate e con un destino tutt’altro che certo!
 
La Prof. Gesa Ziemer del CityScienceLab presso l'HafenCity University di Amburgo spinge sull’ intermodalità e sul networking. Secondo la professoressa le nuove tecnologie sono importanti e in particolare il trasporto pubblico deve essere sviluppato ma è convinta che ci si muova troppo e spesso senza senso. La tecnologia Skype sta migliorando continuamente, quindi le persone non devono più andare a ogni singola riunione. Un aspetto interessante in questo è la virtualizzazione e l'aumento della comunicazione. Al momento si fa Skyping tramite uno schermo, cioè una superficie piatta. Ma se ad un certo punto si avrà l'opportunità di parlare con una persona dall'altra parte del mondo in uno spazio virtuale, così come se stessimo in piedi uno accanto all'altro, camminando nel laboratorio insieme e facendo le cose virtualmente sul posto, non ci sarà più l’esigenza di muoversi fisicamente e quindi ecco che molti strumenti preposti verrebbero ad essere meno indispensabili. 
 
Il concetto della decelerazione della mobilità piace molto anche ai verdi. E apre nuove scenari dove la gente deve tornare a camminare, ad andare in bicicletta e generalmente a muoversi meno. 

In qualche Gruppo automobilistico non a caso si pensa anche a fare biciclette. Sarà così anche per FCA-Renault?


 

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