Ford lavoratori
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14 maggio 2020

ripartenza: ai nastri quella USA. Sarà V o W?

Dopo otto settimane si rimuove l’industria automobilistica americana. Tutta mascherata. 
Dal prossimo lunedì le fabbriche di General Motors, Ford e FCA torneranno a far uscire dalle linee di Detroit nuove automobili.
 
I macchinari utilizzati per costruire automobili, dai robot per saldare alle presse per stampaggio ma anche le attrezzature per la verniciatura e le macchine per il taglio dei metalli sono controllate da computer a cui Covid-19 fa un baffo ma essendo  progettati per funzionare quasi costantemente, il riavvio richiede più della semplice pressione di un tasto. Si pensi solo ai serbatoi del reparto vernici che devono essere filtrati per eliminare batteri e altri contaminanti. Ma c’è anche da verificare i metalli, la catena di aprovvigionamento…tutti fattori che richiederanno ancora tempo. Certo, molti in questi giorni si sono preparati ma la ripartenza non sarà detto fatto. In più tutti si domandano: ma quanto il mercato sarà in grado di assorbire? Soprattutto considerando che i concessionari hanno tante auto ancora invendute? E che ci saranno soprattutto molte usate fresche sul mercato provenienti anche dagli autonoleggi che sono in una crisi nera e che non si prevede sciamerà?
 
Tra i tanti lavori poi c’è anche da vedere lo stock accumulato prima dello stop in che condizione si trova, a partire dallo stato delle batterie. Perché due-tre mesi sui piazzali ferme tanto bene non avrà fatto.
 
Tutti i costruttori americani sono anche preoccupati per quanto si sta evidenziando in Asia che sono ripartiti prima: l’obbligo di lavorare con le mascherine sta portando molti a lamentarsi soprattutto per il caldo e l’umido che si accumula, arrivando così a chiedere più pause. E più pause significa rallentamenti di produzione. Certo, qualcuno vede questa anche come una opportunità per far lavorare più persone ma i costi salgono e la produzione non è che si velocizzerà più di tanto con possibili rischi di mettere a rischio anche la garanzia di qualità.
 
Mercedes-Benz che in Alabama è stata tra i primi a riavviare la produzione a fine aprile, seguita da Hyundai Motor Co. il 4 maggio non sembra abbiano avuto fino ad ora grossi problemi ma è a ancora presto per cantar vittoria, ci ha raccontato un analista amico dei sindacati del settore auto americano che è uno dei più potenti al mondo, forti dei numeri, sono più di 1 milione i lavoratori impiegati negli USA.

Assieme alla due americane e alla italoamericana la divisione Volkswagen USA ha comunicato ieri che inizierà domenica la produzione nel Tennessee: Nissan invece ha prorogato la sua chiusura indefinitamente, dicendo che dipende dalla domanda del mercato e dalla prontezza dei fornitori.


A proposito: molte parti arrivano dal Messico, che fornisce il 40% dei ricambi auto. Per ora in Messico è tutto fermo ma lunedì dovrebbe ripartire anche là qualcosa. Abbiamo scritto qualcosa perché ci sono molti dubbi su chi sia riuscito a superare lo stop da un punto di vista economico.


Per quanto riguarda i numeri previsti per quest’anno, negli USA i più si aspettano un mercato tra i 12 e i 13 milioni. Ciò significherebbe come minimo 4 milioni in meno secchi rispetto al 2019. Come sempre poi c’è chi dice: se sarà una ripresa a V dove il peggio è passato tutto sommato andrà anche bene, se invece sarà a W con un'altra ricaduta allora si sarà bravi a stare attorno ai 9 milioni. 
Nota importante: sui pick up molti dealer si dicono fiduciosi sulle richieste. Le Case automobilistiche incrociamo le dita perché lì si guadagna.

 

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