Alfa Romeo GTV 2019
A proposito di...
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3 luglio 2018

Alfa Romeo e della nuova partita che deve giocare

A Torino c’è chi la vuole.
A Monaco c’è chi già la teme.
Stiamo parlando della futura GTV: la Giulia a 2 porte, la Giulia anti BMW M3 da 600 cavalli che dovrebbe vedersi a breve.
Ma anche l’ennesima Alfa che non renderà grande l’Alfa.
Perché di numeri di produzione tanti non ne farà!
E per questo non sarà l’unica novità importante che arriverà.
Chi comanda in Alfa oggi vuole anche una SUV compatta, una versione più grande di Stelvio e Giulia per il mercato cinese e una supercar da oltre 700 cavalli che rappresenti la migliore tecnologia possibile.
L’Alfa Romeo insomma è all’ennesimo bivio della sua lunga vita alla ricerca di conquistare quote di mercato in tutti i Continenti con l’ennesimo nuovo piano prodotto.
Dire se ci riuscirà non è facile anche perché le rivali si sono fatte molto agguerrite e anche sul tema SUV compatti la concorrenza è più agguerrita che mai. Inoltre c’è il grande interrogativo sul tema alimentazioni, servizi uso/proprietà oltre al rapporto uomo-macchina-intelligenza artificiale.
Alfa Romeo ha costruito la sua fama con i motori e sul coinvolgimento alla guida, temi che oggi sembrano meno sentiti soprattutto dalle nuove generazioni. Per questo va anche pensato quanto dare valore a questi asset.  
Marchionne aveva promesso grandi numeri per Alfa ma poi c’è stata la teoria dei “cigni neri” a far giustificare gli scarsi risultati seppur “l’inaspettato” non abbia toccato i grandi marchi tedeschi.
Lo scorso anno di Alfa, dai tre stabilimenti, ne sono uscite poco più di 150 mila.
Marchionne con Alfa ha provato per sollevarla dapprima a introdurre una compatta, la Mito, poi a entrare nel segmento di mercato più importante d’Europa il segmento C, con la Giulietta, quindi le carte Giulia e Stelvio. Marchionne insomma ha sparato in tutte le direzione ma non riuscendo a fare mai centro con Alfa Romeo.  
Nel 1974 quando nacque l’Alfetta GT, che poi diede vita alla GTV con il debutto del motore 2 litri, i tempi chiedevano una coupé solo più comoda e Giugiaro operò per questo.
Quando Marchionne iniziò a occuparsi di Alfa la situazione era ancora facile, oggi invece è molto più complessa e per questo non sarà una passeggiata, perché non si gioca più solo sulla funzionalità e sulla emozionalità, ma va anche detto che provare a rimettere al centro questi valori potrebbe essere anche una carta vincente da giocare aggiungendo quella qualità e attenzione al dettaglio che oggi è imprescindibile e ha fatto la fortuna di Audi.
Sia la Giulia sia la Stelvio non sono auto noiose come molte rivali tedesche, fossero un po’ meglio rifinite se la potrebbero giocare ancora meglio. E proprio su questo concetto arcinoto bisognerebbe ripartire, avendo però l’accortezza prima di pensare ai prodotti, dare una linea guida precisa. Proprio quella guida precisa che avevano le Alfa che hanno fatto grande l’Alfa e che nel periodo che alcuni definivano buio dell’epoca Iri facevano uscire dagli stabilimenti più di 200 mila automobili che venivano rispettate a Monaco come a Stoccarda. E non certo per la GTV che ricordiamo all’epoca aveva si un gran motore ma anche un cambio tutt’altro che punto di riferimento. Così ieri come allora parlare di GTV per Alfa Romeo non deve essere la strada maestra se la si vuole far tornare grande.

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Marco 4 luglio 2018 alle 10:54
Marchionne Alfa Romeo un amore mai sbocciato. Ricordo quando rispondeva a chi lo invitava a rilanciare il marchio Alfa con la frase "non siamo più ai tempi di Nuvolari". Se non fosse per la grande passione degli alfisti di tutto il mondo a tenere vivo l' attaccamento allo storico marchio le avrebbe già fatto fare la fine della Lancia. Una grande casa automobilistica deve avere un marchio di nicchia appetibile ad una larga fetta di mercato . per questo non può pensare di econominizzare ferrari e maserati. GTV dei tempi andati . Grande macchina anche se impegnativa nella guida. tale impegno dovrebbe essere riscoperto dalle nuove generazioni.