Ferrari F40
A proposito di...
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16 marzo 2018

rasoi: ci sono le lamette e quelli elettrici. La F40...

Sono passati diversi anni. Ma i ricordi sono ancora nitidissimi. Perché di auto dalla personalità così spiccata poche ne sono nate.
 
Leggera, 1300 kg con pilota a bordo, potente grazie a due turbo per 479 cavalli, la Ferrari F40 la si è incontrata e portata diversa volte. Anche sotto l’acqua, dove se non si prestava attenzione a dosare l’acceleratore, ci si trovava a pattinare in quarta marcia!
 
Molti chiedono quale sia l’auto che più ha impressionato e la F40 è una delle poche
 
All’epoca quando si portò per la prima volta sembrava di essere su un jet militare, poi nel tempo le sue prestazioni sono state superate da molte altre automobili, ma le sensazioni che trasmette ancora oggi sono qualcosa di unico.
 
Lo sterzo duro ma diretto come un fulmine; l’8 cilindri con due turbo che allunga fino a 7000 e quando i turbocompressori soffiano scatenano l’inferno; il cambio manuale a cinque rapporti che funziona svelto nei passaggi 2-3 e 4-5; la frizione e i freni con pedali da corsa…perfettamente calibrati: difficile è trasmettere quello che si prova portandola, più facile è dire quando si scende che: "è come essere stati in un ciclone ed aver portato a casa la…pelle!"
 
La posizione di guida, sia chiaro, era pessima ieri lo è ancora di più oggi. Solo sull’inclinazione del volante da Mini anni sessanta ad essere gentili o da camion ad essere onesti, quanto si è discusso. Come sui sedili e su alcuni allineamenti, o pulsanti.

All'avviamento del motore il rumore c'è ma sembra quello di una vaporetto fin quando non si pesta sull'acceleratore, dopo averlo scaldato e non essersi dimenticati anche di portare in temperatura il cambio!
 
I due turbo della giapponese IHI non sono mai gentili, quando iniziano a soffiare danno una sberla cattiva che impone sempre di essere lestissimi con il volante a colpi rapidi nella direzione opposta per farla stare dove si vuole, nonostante pneumatici al retrotreno 335/35 calettati su cerchi da 17 pollici. Sia chiaro: a remare con uno sterzo diretto, per farla andare…dritta lo si può fare su un piazzale, su strada si va di colpi sul volante secchi e meno si hanno meglio è, perché la F40 non è infedele ma decisa nelle direzioni da prendere quindi si vive sempre in lotta, corpo-corpo.
 
Un po’ di anni fa non si dava lo 0-200 ma il chilometro da fermo era il mantra per capire il valore dell’accelerazione di una supersportiva. Con la F40 cronometrammo uno strepitoso tempo di 22.0 secondi, Ferrari dava un 21 secco, ma secondo noi su asfalto appiccicoso come la carta che cattura le mosche. Era qualcosa di straordinario realizzarlo: faceva sentire dei piccoli Benuzzi. Il collaudatore mito di tante Ferrari. Perché non era come oggi che basta premere un pulsante e l’auto fa tutto da sola, con la F40 si deve lottare con i pedali cercando di non bruciare la frizione e facendo la figura del “bamba”; si deve calibrare con l’acceleratore per trovare l’aderenza del pneumatico; si deve muovere lesto il braccio sul cambio azzeccando tempi e modi; e con la F40 si deve anche guardare ben la direzione, cercando di metterla sempre in quella giusta con il problemino che le forme del muso che picchiano verso la strada non aiutano. Pertanto con la F40 bisogna sempre essere allenati, come diceva Niki Lauda, “a sentirla con il culo” per prevenire le sue reazioni e quindi raggiungere l’alto godimento insieme, sul filo del rasoio sempre! Il motore è qualcosa di strepitoso come tutti i Ferrari e allunga anche ben oltre i 7500 ma è sotto che da tanto.
 
Di F40 ne dovevano fare mille poi ne sono state fatte trecento undici in più. Tante ma proprio tante hanno subito incidenti. Oggi il loro valore si aggira sui 900 mila euro (ne è stata battuta una a Parigi questo febbraio), solo cinque anni fa si trovava a 500 mila! Il problema maggiore è la manutenzione costosa che richiede anche per i serbatoi aeronautici ma vedendo quanto si è rivalutata può essere sopportabile, sempre che si abbiano i soldini per prenderla e sempre che i prezzi continuino a salire, cosa di cui non tutti oggi sono sicuri.
 
PS1 In quegli anni c’era un altro mito. La Porsche 959. La tedesca aveva tutto, l’italiana nulla. Anche la tedesca andava fortissimo. Non come la F40 a livello di prestazioni pure, ma tanto filo da torcere le dava, anzi diciamo la verità: su strada con la 959 si andava più forte perché la potenza la si poteva scaricare sempre tutta, cosa che con la F40 non è permesso. Una sera capitò di trovarsi con le due e di fare un giro con entrambe bello tirato. La Porsche con il cambio a sei marce sembrava una astronave con freni pazzeschi. La 959 aveva il problema del peso e il motore tirava ma non quanto il Ferrari. Nel misto stretto era imbattibile la tedesca e anche nello scatto nei primi metri, grazie alle quattro ruote motrici, ma poi la F40 recuperava, eccome se recuperava. La 959 era più armonica, meno scorbutica ma alla fine si arrivò a questa conclusione: la 959 era un rasoio elettrico, la F40 una lama che chiedeve mani abili ma anche tanta testa. E forse proprio questa sfida tra muscoli e ragione è quella che più intriga e coinvolge. Oggi, a guardarsi intorno viene da dire che hanno vinto i rasoi elettrici!
 

 
 

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Gab 16 marzo 2018 alle 10:37
L'auto sportiva per definizione. Punto. Forse ancora meglio con un V12 stretto parente F1 (vedi F50)
carlo 16 marzo 2018 alle 11:47
c’era ancora ferrari quando usci e questo dice tutto
Andrea 16 marzo 2018 alle 11:49
Giusto quei due spiccioli che non sapevo dove investire.....🤣
gigi 16 marzo 2018 alle 14:13
auto spettacolare la F 40 e l’accostamento con il rasoio è super azzeccato
aldo 16 marzo 2018 alle 14:14
Curiosità personale: potendo tra 959 e F 40?